assicuro che sarà ancora dura, abbiamo ancora tanti bei giochini nuovi da provare, non vedo l’ora di vedere l’effetto di tutti i tre battipanni sul tuo bel sederino”.
Mentre mia moglie mi diceva questo si era posizionata dietro di me e mi accarezzava le natiche con le su mani, ancora calde, anche loro, quello mi dava un leggero sollievo, ma però ogni tanto inaspettatamente lasciava partire dei violenti sculaccioni., improvvisi su entrambe le natiche, che mi riportavano al calore iniziale.
Che donna, mia moglie, sà davvero come punire un uomo, io la ammiro molto, la temo anche molto, ma debbo dire che l’ammirazione che nutro nei suoi confronti è molto elevata e mi ritengo un uomo fortunato ad averla conosciuta e sposata.
Ogni tanto sbirciavo l’orologio appeso alla parete accanto al mio castigo, ancora due minuti di apparente calma e riposo, speriamo che a mia moglie non venga di nuovo l’idea di sculacciarmi lì in piedi nell’angolo.
Per fortuna non è successo, anzi un’altra volta mia moglie mi ha accarezzato le chiappe bollenti, con le sue manine, dandomi un lieve sollievo.
“Che ore sono, amore? Hai visto, mi spiace ma il riposo è finito è il momento di continuare la nostra lezione, su dà bravo, viene qui, non fare i capricci, proprio adesso, mi raccomando”.
Mia moglie mi ha afferrato per il braccio sinistro e mi trascinato davanti al tavolo di cucina. “Ora voglio che ti pieghi sul tavolo, con il busto bene appoggiato al piano e le gambe penzoloni dietro, ecco così da bravo, dobbiamo continuare la nostra punizione, lo capisci pure tu, di essere in colpa e di meritare una lezione molto dura, non è così?”
“Sì certamente, hai ragione tu, come sempre”
“Bene, vedo che le mie sculacciate, ti hanno fatto molto bene, dovrò sculacciarti più spesso, d’ora in poi, per insegnarti a comportarti bene”
Ho visto mia moglie afferrare il grande cucchiaio di legno da cucina, mettersi alla giusta distanza, alle mie spalle, ho sentito il cucchiaio posarsi sulle mia natiche, quasi a prendere le misure e poi il primo colpo, durissimo, terribile, subito dopo il secondo sulla antica opposta, il mio sedere che si era appena rinfrescato, ha ripreso a bruciare e poi tanti altri colpi.
Mia moglie è stata costretta a mettermi una mano sulla schiena, per impedirmi di alzarmi e con l’altra mano armata di cucchiaio ha continuato a picchiare, non so per quanto.
Quando finalmente, l’ho vista posare il cucchiaio, ho tirato un respiro di sollievo, adesso però rimanevano i battipanni e quelli mi preoccupavano non poco, anche perché ero sicuro che li avrebbe voluti provare tutti e tre.
“Ora sai cosa ti aspetta? Quei bei battipanni che abbiamo comprato e non vedo l’ora di usare, voglio lasciarti la scelta, dell’ordine in cui vuoi che li usi, guarda come sono gentile, spero che mi ringrazierai per questo, non è così?”
“Grazie, mogliettina cara, sei davvero gentile”