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La dolce vendetta

Avviato da ely il 28/05/2009 alle 10:51

La dolce vendetta

ely (7 post, compleanno non disponibile)

Martina è la ragazza più bella che possiate mai immaginare, fidatevi
quando ve lo dico. E' la classica ragazza che potreste soltanto
sognare... capelli biondi, occhi verdi stupendi, un corpo praticamente
perfetto. Ha soltanto 18 anni ma non conosco nessun ragazzo che non le
corra dietro, anche quelli molto più grandi di lei. E' anche
abbastanza matura per la sua età, è una ragazza brillante,
estremamente sicura di sè e molto intelligente, l'unica cosa che
stona è quel suo maledetto carattere. I suoi genitori sono separati e
il padre, che è un imprenditore molto ricco, non fa che viziarla da
quando era ancora una bambina, ella ha avuto sempre tutto ciò che
voleva ed è sempre stata accontentata in tutto, tanto che la sua
viziataggine è diventata quasi patologica. Ma questo è niente rispetto
alla sua eccessiva voglia di prevalere su tutto e tutti e di stare
sempre al centro dell'attenzione, che la porta molto spesso ad
essere odiosa con chi secondo lei "non merita la sua
attenzione". Gode di una fama molto negativa tra le sue coetanee
che un pò la odiano per via del suo carattere altezzoso e snob e un pò
la invidiano per via della sua bellezza e del suo successo tra i
ragazzi. E' sicuramente la ragazza più amata ed odiata allo stesso
tempo della scuola... ed è in assoluto la più popolare. La nostra
storia comincia una mattina dei primi di giugno, praticamente agli
sgoccioli della fine della scuola. Martina camminava a passo sicuro
lungo il corridoio della scuola senza degnare nessuno di uno sguardo
assieme alla sua amica Ginevra e sotto gli occhi sognanti di tutti
quelli che le passavano accanto. Sapeva quanto tutti quanti la
ammirassero e adorassero e questo a lei piaceva enormemente, la faceva
sentire importante, la più importante di tutti. Ma era impossibile non
ammirarla, avreste dovuto vederla... era ancora più bella del solito
quella mattina. Ormai era arrivato il caldo, l'estate era alle
porte. Era vestita con una magliettina azzurra con le bretelline che
metteva in evidenza il suo seno perfetto, una minigonna jeans e un
paio di infradito azzurre... un'abbronzatura che metteva in
risalto i suoi capelli biondi leggermente ondulati e i suoi occhi
chiari, era quasi un angelo. Aveva finito tutte le interrogazioni a
pieni voti ed era particolarmente allegra e felice, passeggiava
tranquilla ridendo e scherzando con Ginevra e si fermava soltanto per
salutare qualcuno o sbeffeggiare qualcun'altro che considerava
sfigato o almeno non degno di passarle accanto o non meritevole di
stare nel suo stesso mondo. Ma c'era una persona in particolare
che proprio non poteva soffrire, una certa Francesca detta Chicca, una
ragazza molto carina e abbastanza popolare a scuola. Con Chicca aveva
avuto uno screzio qualche tempo fa per via della squadra di pallavolo
della scuola, di cui entrambe facevano parte... e da allora provavano
entrambe un vero e proprio odio reciproco. Così Martina, visto che non
aveva nulla di meglio da fare, decise di trovare un modo per
screditarla agli occhi della scuola e dopo un pò di tempo le venne
un'idea diabolica per la partita di pallavolo dell'indomani.
Quando suonò la campanella tornò a casa ridendo tra sè e sè pensando
allo scherzo che le avrebbe fatto l'indomani. Il giorno seguente,
infatti, si intrufolò un'ora prima della partita nello spogliatoio
della squadra e scambiò i pantaloncini da pallavolo di Francesca con
un altro paio di due misure più grandi. Un'ora dopo le ragazze
entrarono nello spogliatoio per cambiarsi, mentre la palestra
cominciava a riempirsi di gente accorsa per vedere l'ultima
partita dell'anno. Sul momento Francesca non fece molto caso alla
diversa misura dei pantaloncini tanto era nervosa per la partita,
cosicchè le ragazze entrarono in campo tra gli applausi del pubblico.
Pochi secondi prima dell'inizio Francesca si accorse che qualcosa
non andava e cercò di stringere in tutti i modi i pantaloncini, ma non
c'era niente da fare, la prima a battere sarebbe stata lei. Si
posizionò dietro la linea, aspettò il fischio dell'arbitro, saltò
e... sentì i pantaloncini cadere giù fino alle scarpe lasciandola
soltanto con un perizoma da mozzare il fiato. Improvvisamente, mentre
Martina già rideva come una pazza, successe il finimondo: chi rideva,
chi la indicava, chi tra i ragazzi fischiava in segno di approvazione
per lo spettacolo appena proposto, chi invece non rideva nè niente
perchè era sinceramente dispiaciuto per lei. Francesca rimase impalata
per qualche secondo, finchè, paonazza in viso e visibilmente
imbarazzata, si tirò su i pantaloncini, riprese il pallone e tornò
dietro la linea per provare a battere dinuovo. Ma non appena saltò
successe dinuvo la stessa cosa, il pubblico tornò a ridere e stavolta
Martina, che era quasi letteralmente per terra dalle risate, disse ad
alta voce "Te l'avevo detto di ritirarti dalla squadra"
e poi pianissimo cosicchè potesse sentirla solo lei "Anzi
ringrazia che non ti ho nascosto le mutande, stronza" proferì con
un tono beffardo. A questo punto Francesca, se possibile ancora più
rossa in viso, scoppiò a piangere, si sfilò totalmente i pantaloncini
e, rimanendo solo con il minuscolo perizoma, scappò via verso lo
spogliatoio seguita da tutte le sue compagne, ad eccezione di
Martina, che volevano andare a consolarla. La partita venne persa a
tavolino, anche se in realtà, non era mai cominciata. Nello
spogliatoio Francesca pianse a dirotto sia per l'umiliazione che
aveva appena vissuto e sia per il nervosismo causato dal brutto gesto
di Martina. Così decise che gliel'avrebbe fatta pagare, in
qualsiasi modo possibile. A scuola tutto proseguì normalmente, tranne
per Francesca che era costretta a sorbirsi le risatine di alcuni e di
Martina che non perdeva mai l'occasione di ricordarle
l'accaduto e metterla in imbarazzo. La notizia che lo scherzo era
stato ideato da Martina si era ormai sparsa in tutta la scuola con una
velocità da record e Francesca, da parte sua, cercava sempre di
escogitare un modo per fargliela pagare. Alla fine, però, non trovò
niente di meglio che andare a parlare con la madre di Martina,
pensando che magari lei l'avrebbe punita in qualche modo. Così
quello stesso pomeriggio, dopo aver saputo che Martina avrebbe avuto
lezione di danza, andò a casa sua decisa a raccontare tutto alla
madre. Non appena arrivata sotto casa della sua nemica, mise la catena
al motore e citofonò sperando che rispondesse qualcuno.
"Pronto" rispose una voce femminile.. "Mi scusi, sono
Francesca, una...ehm...sì... sono un'amica di Martina, posso
salire un attimo che dovrei parlarle?" disse Francesca con
qualche difficoltà "Ma Martina adesso non è in casa, torna tra
qualche ora.. mi spiace" rispose la donna "Sì sì, lo so, ma
io devo parlare con lei.. si tratta di due minuti" insistette la
ragazza...seguì una pausa di qualche secondo "Sì non c'è
problema, è l'attico, sali prego". Francesca prese
l'ascensore e salì all'ultimo piano, bussò alla porta e venne
accolta dalla madre di Martina, una signora molto bella sulla
quarantina che sembrava pure molto simpatica, a differenza della
figlia. "Allora, volevo dirle signora..." cominciò la
ragazza ma venne fermata subito.. "No, no, chiamami Liliana"
disse la donna sorridendo e facendola accomodare sul divano
"Dimmi un pò.. che devi dirmi su Martina?". Francesca
cominciò a raccontarle tutto nei minimi particolari, senza tralasciare
nulla finchè alla fine Liliana disse: "Mi dispiace moltissimo
Francesca, sai... Martina ha avuto un'educazione particolare, io
sono separata e il padre la vizia troppo ed è eccessivamente
accomodante nei suoi confronti, è ormai da un bel pò di tempo che non
riesco a dirle nulla, non riesco quasi a parlarci... mi tratta come se
fossi una sconosciuta..." cominciò la donna visibilmente
rattristata "...Ma adesso è troppo, l'ha fatta grossa ed è il
momento di fare qualcosa per raddrizzarla un pò... ho provato a
prenderla con le buone ma non è servito a niente, è il momento di
passare alle cattive e penso proprio che il metodo che adotterò, per
quanto non lo condivida, sia l'unica cosa da fare".
"Quale metodo, sign... scusa Liliana.." la donna sorrise e
disse "Fai una cosa, vieni qui stasera che Martina ha organizzato
una festa con qualche amico, così potrai vedere coi tuoi occhi" -
"Ma non sono stata invitata.. e poi.." Francesca venne
fermata nuovamente da Liliana "Sei mia ospite... mi fa piacere se
vieni... vieni verso le 10.30". Le due si salutarono cordialmente
e Francesca tornò a casa. Era molto confusa dalle parole della madre
di Martina, le era sembrata una bravissima persona, voleva sicuramente
molto bene alla figlia ma si vedeva lontano un miglio che era arrivata
ad un punto limite di sopportazione... aveva parlato di maniere forti
ma Francesca non riusciva a capire cosa intendesse precisamente, in
ogni caso era molto curiosa di scoprirlo e ansiosa di prendersi una
rivincita nei confronti di quella che l'aveva umiliata di fronte a
tutta la scuola. Così quella stessa sera, si preparò e alle 10.30
puntuale arrivò a casa di Martina dove la madre le aprì dalla porta
secondaria, salutandola educatamente e offrendole qualcosa da bere.
Liliana le fece segno di seguirla ed entrò in salone seguita da una
Francesca abbastanza nervosa. Appena superò la soglia della porta
subito Martina sbottò: "Mamma, vattene! Cosa fai qui? sono con i
miei ami.." ma si interruppe bruscamente appena vide la ragazza
"Cosa ci fai, TU, qui?" proferì con un tono misto di stupore
e sdegno. Immediatamente Francesca si ritrovò gli occhi degli
invitati, tutte facce più o meno viste a scuola, tutti puntati
addosso. Ma rimase in silenzio cosicchè Liliana disse: "L'ho
invitata io, sono venuta a sapere cosa le hai combinato a
scuola..." - Martina accennò un sorriso beffardo "Beh, ho
fatto bene, se lo meritava quella stronza... lei.." ma venne
improvvisamente fermata dalla madre "Non mi interessa niente
Martina" disse la donna con un tono leggermente arrabbiato
"Chiedile scusa qui immediatamente". Martina, senza mettere
da parte il carattere altezzoso e menefreghista che la
contraddistingue, rispose quasi ridendo "IO, chiedere scusa a
QUELLA lì? Non ci penso neanche lontanamente, non ho intenz..."
Ma venne nuovamente interrotta dalla madre che proferì quasi urlando,
tanto da fare trasalire praticamente tutti, compresa la figlia
"Tu, ADESSO, chiedi scusa a Francesca, oppure ti faccio
rimpiangere di essere nata, è ora di smetterla con questo tuo
carattere impossibile, o le chiedi scusa o ti raddrizzo io con le
maniere forti!". Nella sala era calato il silenzio, nessuno osava
aprire bocca, finchè Martina, a metà tra meravigliata e innervosita
dalle parole della madre che aveva osato urlarle in faccia di fronte
ai suoi amici urlò a sua volta: "Ti ho detto di NO, io faccio
SOLO e SOLTANTO quello che voglio IO, non me ne frega un cazzo di
quello che dici tu!". Seguì una lunga pausa nella quale madre e
figlia si guardarono intensamente. "Non mi lasci altra scelta
Martina, non volevo arrivare a questo punto" disse Liliana
visibilmente molto nervosa posizionando una sedia in mezzo alla sala.
Nessuno, comprese Francesca, che era rimasta in silenzio per tutto il
tempo, e la stessa Martina che adesso era visibilmente nervosa anche
se non voleva darlo a vedere a nessuno, riusciva a capire cosa stava
succedendo. Liliana insine urlò con un tono decisamente autoritario,
Francesca stentava quasi a riconoscerla.. "Vieni SUBITO
QUI!". Ma Martina dimostrò immediatamente il suo carattere
rimanendo impassibile per nulla intimorita dalle parole della madre e
dopo varie sollecitazioni disse che avrebbe dovuto prenderla con la
forza. Tutti gli invitati ora quasi ridacchiavano e se possibile, la
adoravano ancora di più, nessuno di loro si sarebbe sognato di tenere
testa in questo modo ad una furia del genere ma non appena Liliana si
diresse verso la figlia e la afferrò per un braccio, il brusio si
trasformò dinuovo in un silenzio quasi irreale. Liliana la trascinò
verso il centro della sala dove aveva posizionato la sedia, nonostante
Martina si agitasse e divincolasse come un ossesso e imprecando verso
la madre. Nessuno, tantomeno Martina, aveva capito cosa stesse per
succedere finchè senza sapere come si ritrovò sulle ginocchia della
madre, che era a sua volta seduta sulla sedia al centro della sala. In
quel momento tutti capirono, ma stentavano a crederci. Martina era
visibilmente scioccata ma continuò a divincolare le gambe ancora più
forte, tanto che le scarpe col tacco che aveva ai piedi volarono
letteralmente. Il movimento delle gambe inoltre fece leggermente
alzare il vestitino corto che aveva indossato lasciando intravedere un
paio di mutandine rosa. Improvvisamente Liliana le alzò il vestitino
fino a sopra la pancia e le afferrò l'elastico delle mutandine
abbassandogliele sino alle ginocchia con un colpo deciso. Fu lì che
per la prima volta Martina fu colta da un senso di profonda vergogna e
paura. Lei, che non aveva mai preso neanche uno schiaffo, sarebbe
stata sculacciata come una bambina di cinque anni di fronte a tutti i
suoi amici e di fronte a Francesca, la ragazza che più odiava al
mondo. Erano tutti scioccati e nella sala nessuno osava proferire
parola, come se stessero trattenendo tutti il respiro, Francesca era
in silenzio ma dentro di sè esultava di gran gusto per la rivincita
che stava finalmente per prendersi. Il silenzio però fu subito spento
dalla prima sculacciata che che colpì il sedere di Martina e le fece
un male che non poteva neanche immaginare...
CIAK! CIAK! CIAK! CIAK! CIAK!... le sculacciate, via via sempre più
velocemente, cominciarono a colpire il culetto di Martina a
ripetizione... lei, per nulla doma, ma paonazza e con uno sguardo
incredibilmente imbarazzato e umiliato, era decisa a non darla vinta
alla madre e continuò a divincolare le gambe in un movimento scomposto
che lasciava intravedere la sua vagina a tutti i presenti.
CIAK! CIAK! CIAK! CIAK! CIAK!... Tutti i presenti erano increduli e
quasi stentavano a riconoscere la loro Martina in quella situazione
così imbarazzante...
CIAK! CIAK! CIAK! CIAK! CIAK!... Martina era quasi senza fiato, ormai
la madre la colpiva in maniera così veloce che non riusciva neanche a
rifiatare tra una sculacciata e l'altra e il suo culetto ormai era
decisamente rosso e le faceva così tanto male che non riuscì ad
evitare che le prime lacrime cominciassero a scendere rigandole il
viso...
CIAK! CIAK! CIAK! CIAK! CIAK! CIAK!... Martina aveva ormai praticamente
smesso di insultare la madre mentre invece cercò più volte di coprirsi
il culetto, che ormai le bruciava in un modo che stentava a
sopportare, ma la madre le serrò il braccio dietro la schiena con un
gesto deciso... "Ah, ora che il culetto comincia a bruciarti per
bene non fai più la gran donna eh?!"... alle urla della madre
Martina cominciò a tirare su col naso e se non fosse stato per salvare
quell'ultimo briciolo di dignità che gli era rimasto, avrebbe
avuto una gran voglia di improrarla di smettere...
CIAK! CIAK! CIAK! CIAK! CIAK!.. Martina ormai pensava di essere in un
suo bruttissimo incubo, stentava a credere che fosse tutto reale.
Quella situazione irreale, essere sculacciata come una bambina di
fronte ad una ventina di persona la uccideva nell'orgoglio...
alzando lo sguardo vide i volti increduli dei suoi amici che ormai
guardava dal basso all'alto, e pensava che non sarebbe mai più
stata quella di prima per loro, per nessun altro...
CIAK! CIAK! CIAK! CIAK! CIAK!.. la madre continuava ad ammonirla
dicendole che era una bambina viziata e che non avrebbe smesso finchè
non avesso chiesto scusa a Francesca, che aveva uno sguardo
trionfante. Ormai Martina piangeva a dirotto e frignava come una
bambina di cinque anni e non smetteva di divincolare le gambe e
stringere le dita dei piedi, perchè il dolore era diventato
insopportabile...
...CIAK! CIAK! CIAK! CIAK! CIAK! CIAK!... ci furono dei colpi di una
forza inaudita tanto che Martina, incurante della presenza di
Francesca e di tutti gli altri cominciò a urlare con la voce rotta dai
singhiozzi "BASTA MAMMA, TI PREGO!"... CIAK!... "MI FA
MALE!"... CIAK! CIAK!... "Chiedi scusa a Francesca e dì che
sei una bambina viziata!?" tuonò Liliana... ma la figlia smise
immediatamente di urlare...
...CIAK! CIAK! CIAK! CIAK! CIAK!... Martina che non ce la faceva
realmente in più mormorò piano "..Scusa.." ma le sculacciate
continuavano imperterrite sul suo povero culetto.. CIAK! CIAK!
CIAK!... finchè la ragazza, che ormai non pensava più a tutte le
persone che la stavano guardando e calpestando la propria dignità
disse a voce alta sempre piangendo: "Ok, scusa Chicca, mi
dispiace moltissimo per quello che ho fatto, perdonami ti prego,
diventeremo buone amiche se vuoi, solo se vuoi ovviamente"...
CIAK! CIAK! CIAK! poi urlò "BASTA MAMMA TI PREEEEEEEGO, SONO UNA
BAMBINA VIZIATA MA CAMBIERO'... NON FARO' MAI PIU' NIENTE
DI MALE". Le persone intanto cominciarono ad andarsene via
indignate e Liliana chiese a Francesca se per lei la punizione andava
bene. "Si, penso che abbia imparato la lezione" disse
Francesca, che non aveva ancora parlato sino a quel momento
"Direi che va bene così". Liliana diede le ultime
sculacciate e infine fece una cosa che, se possibile, aumentò
ulteriolmente l'umiliazione e la vergogna della figlia... ovvero
le diede un bacio sul culetto e disse: "Brava piccola, ora però
sappi che quando farai la monella te le suonerò di santa
ragione!". Tutti sorrisero guardando Martina, guardandola come
una piccola bambina monella che aveva ricevuto la sua punizione.
Finalmente fu fatta scendere dalle gambe della madre praticamente
nuda, ancora singhiozzante e tremante. Francesca le raccolse le
mutandine e gliele porse ma Martina non le prese e le si gettò al
collo abbracciandola e poggiando la testa sul suo petto...
"Scusami davvero" le disse piangendo e tirando su col naso.
Francesca era felice, le prese il viso tra le mani e non potè fare a
meno, anche lei che era una ragazza, di notare la sua incredibile
bellezza, e le diede un bacio sulla fronte. Poi si sedette e la fece
sedere sopra le sue ginocchia accarezzandole la testa per consolarla.
Poi dopo che la madre aveva mandato via gli invitati, Francesca prese
per mano Martina, che era rimasta ancora nuda e le disse: "Dai
Marti, andiamo a sistemarci" ed entrambe sorrisero.

Inviato il 28/05/2009 alle 10:51

ely (7 post, compleanno non disponibile)

fatemi sapere cosa ne pensate

Inviato il 28/05/2009 alle 11:07

spanklover (23 post, compleanno non disponibile)

ely ha scritto:
fatemi sapere cosa ne pensate


niente male, complimenti! brava Elisabetta

Inviato il 01/06/2009 alle 17:49

Chi eravamo

Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.

Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.

Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.

Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.

Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.

Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.

Luca