La donna stava accoccolata sul divano, dolce, morbida, bella, mentre imbruniva, ed il chiaroscuro della stanza valorizzava la sua pelle bianca, le sue gambe nude appena velate da una piccola gonna leggera, nel contrasto con il nero della camicetta che le fasciava il seno formoso, segnandole insieme la vita snella.
Accoccolata e morbida, baciata da un desiderio inappagato d’amore e di dolore, di carezze e di castigo : così ristava, attendendolo.
Poco dopo l’uomo era entrato,ed aveva letto il desiderio nel suo sguardo, nell’ardore del bacio che lei gli aveva donato, pur senza muoversi dal divano, nel profumo intenso che emanava, di donna calda ed invitante.
Aveva compreso, pur nel silenzio, ed in silenzio erano iniziate le carezze, lente, costanti, intense: prima sfiorando leggermente la pelle, poi accentuando la pressione, stimolando i seni, pur senza denudarli, infine con un tocco lungo, penetrante sulle gambe tutte, che aveva scaldato le cosce, inquietato la femminilità, agitato nell’intimo la donna desiderante.
Era andato avanti così a lungo, carezzando senza appagare, eccitando senza donarsi od accogliere, quasi punendo nella tenerezza : la donna si sentiva quasi sfinita, avrebbe voluto il castigo, e poi sentire l’amore dentro di sé, accoglierlo punita e dargli amore. Ma taceva, non chiedeva, non pretendeva, parlava con gli sguardi, con i lievi sussulti della pelle, con il profumo sempre più intenso.
Sperava nella sua frusta, ma non la chiedeva, unendosi in lei sottomissione e fierezza : lui lo sapeva, ma sottomissione voleva, e richiesta umile che domasse quella fierezza che pure lo aveva stregato, ma che, riteneva, dovesse trovare disciplina e limiti.
La frusta era appesa al chiodo, in anticamera : di media lunghezza, non larga, ma con il cuoio lavorato di uno spessore notevole, con un nodino finale che poteva renderla temibile: l’uomo andò a prenderla, e sfiorò a lungo la donna con la sferza sulle spalle, sul dorso, sul petto, poi in modo insistente ed intrigante sulle gambe, sostando sulle cosce, colpendo lievemente i polpacci, baciando i piedi, ma non mordendo.
La carezza del cuoio le sembrò interminabile, affiancata da carezze più intense, più intime dell’uomo, ma sempre senza andare oltre : se voleva dolore e piacere, avrebbe dovuto invocarlo, rendendosi protagonista della sottomissione.
Così pensava l’uomo, mentre lei sentiva salire il desiderio, la voglia ed il timore : ormai illanguidita, vicina a cedere ma ancora fiera e silenziosa, anche se i capezzoli turgidi, la femminilità calda ed umida, la camicetta ormai cerchiata di sudore nelle ascelle che recavano aromi freschi ed intensi, dicevano quello che lei taceva.
Una lunga pausa, poi la donna si alzò, piegò il capo, s’inginocchiò e con tono lieve, quasi trasognato disse “ Ti prego, dammi la frusta, regalami i colpi del tuo amore,donami il dolore della carne e l’esplosione dei sensi”.
Ciò detto, si rialzò, s’inchinò aggraziata , sfilò la gonna, fece scivolare le mutandine e, ad un cenno di lui, s’accoccolò nuovamente sul divano, girata su di un fianco.
E fu piacere e dolore : primi colpi leggeri, poi il cuoio strisciò le cosce con sempre più forza, amante caldo e crudele finchè, ad una sferzata più forte, la donna si girò sul divano, esponendosi tutta alle frustate.
La frusta aveva punito con lentezza, il cuoio l’aveva carezzata con lieve sfioramento, dal collo, ai fianchi, alla vita, ai piedi,per esplodere poi in un bacio appassionato che l’aveva segnata e fatta contorcere, che l’aveva eccitata con i sibili dello strumento, nell’attesa del colpo, e straziata con gli schiocchi, strappandole lamenti e gemiti quando aveva infierito a lungo sulle terga, emozionandola infine in un abisso di dolore quando s’era insinuato nel solco delle natiche, aveva castigato in modo crudele le cosce, segnando con un morso difficile da dimenticare i polpacci.
Poi l’uomo s’era fermato, e la donna, rialzandosi l’aveva ringraziato, ancora chiedendo “ Ti prego, baciami la nuda pelle della schiena , regala l’amore del cuoio ai seni dolci..”, con una supplica che gli era sembrata più sfrontata che umile.
Ad un suo cenno lei aveva tolto la camicetta : senza che lui parlasse, con un’intesa tuttavia profonda, era rimasta in piedi, ferma sotto gli schiocchi della frusta sulle spalle dolci, sulle scapole magre, sui fianchi attraenti. Pochi colpi, ma molto duri, conclusi da un bacio svelto e rapace del cuoio sui capezzoli, che l’aveva fatta urlare e torcersi dal dolore, ma anche esplodere nell’eccitazione.
L’uomo aveva appoggiato la frusta, l’aveva guardata: nuda, stupenda, ansante, calda, rigata dalle spalle ai polpacci, ricca di un odore intenso, forte tanto da rapire i sensi e la mente, trascinata da una passione che lo chiamava.
E si diedero amore, nel dolore e nella bellezza.
Sei sempre molto bravo ed efficace nel descrivere quella particolare atmosfera fatta di passione, dolore, sottomissione, desiderio, eccitazione e voglia di essere sottomessi che si mescolano tra loro.
Mi piace molto quella donna...
Invece nutro alcune riserve per quanto riguarda certi aspetti pratici che non rientrano nel mio modo di vivere lo spanking.
Al prossimo racconto!
Linda
Pur non condividendo e praticando l'uso della frusta, riconosco che i tuoi racconti sono intensi nella loro brevità e ricchi di sfumature.
ciao,
Keith
Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.
Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.
Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.
Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.
Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.
Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.
Luca