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Porgi le mani : una lezione molto particolare

Avviato da lukas il 18/03/2009 alle 19:14

Porgi le mani : una lezione molto particolare

lukas (59 post, compleanno non disponibile)

Le mani tese avanti, lo sguardo duro, un po’ maligno dell’insegnante, il fischio della bacchetta che calava, lo schiocco del colpo sulle dita, un dolore lancinante, violento.
Il primo di ben dodici colpi.

Non riusciva, Pilar, a togliersi dalla mente quell’immagine, quel dolore, quelle sensazioni, anche dopo molte ore, quando il dolore aveva abbandonato le sue mani sottili, le sue dita eleganti ; non se ne andavano lo stupore, la collera, l’umiliazione, e non solo quello.

Certo non se l’aspettava, la giovane Pilar, diciottenne allieva dell’ultima classe di un liceo in una tranquilla cittadina spagnola negli ultimi anni del franchismo, di subire quel trattamento.

Le punizioni corporali erano ancora previste, ma scarsamente usate: nella sua classe, fino a quel giorno, la verga di legno riposava su di una rastrelliera dietro la cattedra.

Era, la sua, una classe vivace, esuberante, ma di un’esuberanza simpatica e fin qui sostanzialmente tollerata: qualche vergata leggera nei primi anni, qualche compito aggiuntivo a casa, nulla più.

Eppoi, Pilar, alta, magra, elegante, con un corpo già intenso e comunicativo, un fisico elegante, uno sguardo fra il trasognato e l’altero, era un’ottima allieva: diligente, educata, certo decisa.

Quella mattina arrivò la nuova insegnante di letteratura italiana : veniva dalla capitale, fama di insegnante di valore ed insieme di grande severità.

Entrò in classe, sguardo duro, dominante : un rapido appello, la secca comunicazione che durante le sue lezioni non avrebbe tollerato alcuna indisciplina, poi l’avvio della spiegazione del primo canto dell’Inferno dantesco.

Spiegava bene, ma senza apparente passione, e così proseguì per una mezzora nella quiete : poi un chiacchiericcio, un’oggetto caduto, una risata ed un commento sulla noiosità dell’argomento.

L’insegnante s’interruppe e subito chiese chi fosse stato: nessuno, ovviamente, rispose.

La donna disse, con voce monotona ma dura “ Osservo che il colpevole non si è assunto le proprie responsabilità: tuttavia una mancanza è stata commessa, ed affiderò alla sorte la scelta della persona da punire, e ciò servirà d’esempio”.

Fece scorrere la penna sul registro, poi chiamò Pilar e le disse di alzarsi in piedi.
Pilar, ancorché incolpevole lo fece : si aspettava una ramanzina, forse un compito di punizione, ma la donna le disse, seccamente, di venire alla cattedra, cosa che la ragazza fece con qualche inquietudine.

Pilar era uno spettacolo, con la sua gonna nera ed il maglioncino grigio su di una camicetta bianca, i lunghi capelli biondi, la figura slanciata pur nella morbidezza del seno, le mani lunghe ed affusolate : vi fu qualche attimo di silenzio, e la sua inquietudine cominciò a mutarsi in agitazione.

L’insegnante la osservò, poi disse : “ Ora verrai punita per l’indisciplina di oggi, porgi le mani”.

A Pilar sembrava di non aver capito, di sognare, ma eseguì l’ordine : il sogno si trasformò in incubo quando vide l’insegnante prendere la verga ed alzarla.

Pilar non aveva un ricordo recente delle vergate, nei primi anni di scuola solo qualche colpetto: aveva voglia di andarsene, cominciava a sentirsi davvero agitata, ma tenne le mani ben distese e, mentre pensava a quanto bizzarro fosse ciò che le stava accadendo, calò sulla mano destra il primo colpo.

Fu un dolore feroce, “ un male cane “ avrebbe ricordato più avanti la ragazza, che dalla mano rapidamente passava al polso, al braccio e fino alle spalle ; al secondo colpo, sull’altra mano, il dolore andò direttamente al cervello.

Un morso di ferocia, ancor più cattivo per lo sguardo di chi colpiva, che vedeva la ragazza soffrire, pur in totale silenzio e senza muovere un muscolo, divenire vieppiù rossa in viso, iniziare a sudare.

Lo sguardo dell’insegnante coglieva tutto ciò, e sembrava rimandare un sorrisetto crudele ed una certa soddisfazione, aumentata quando, col calare dei colpi successivi, il maglioncino della ragazza si segnò di sudore sotto le braccia, stingendo velocemente.

Pilar,tuttavia, continuò a rimanere ferma, per tutti e dodici i copi che le offesero le mani, financo quando gli ultimi morsi della verga fecero aspramente dolorare la punta delle sue dita : rossa in viso, sudata, dolente, ma fieramente immobile.

E così rimase anche quando l’insegnante le disse che poteva tornare al suo posto,aggiungendo che per l’indomani avrebbe mandato a memoria i primi cento versi del canto e lo avrebbe trascritto tutto per tre volte.

Non disse nulla e, lentamente, tornò al posto, mentre l’insegnante diceva, a lei ed a tutti, d’imparare la lezione, di porsi con rispetto ed ubbidiente sottomissione alla sua autorità.

Sentiva, accanto ad un acuto dolore che richiese ore prima di dileguarsi, una gran collera, si sentiva fiera, ferita ed indomita, certo non sottomessa.

E tuttavia si sentiva confusa, e non solo per il dolore e l’umiliazione, ma perché le parole dell’insegnante l’avevano turbata, e contrastavano con la sua rabbia : coglieva la contraddizione, ma non la comprendeva ancora bene.

Ed ugualmente la turbava l’agitazione nel cuore della sua femminilità, un’agitazione normalmente di altri momenti, eppur presente insieme al dolore.

Sentiva il turbamento, e non capiva bene: ma avrebbe compreso, più avanti, nella sua vita.

Inviato il 18/03/2009 alle 19:14

Linda (607 post, compleanno non disponibile)

Che bel nome Pilar...

Un racconto "diverso" che non si intona perfettamente ai miei gusti, cmq coinvolgente e delicato, trasmette una leggera e crescente emozione.

Linda

Inviato il 18/03/2009 alle 22:02

Chi eravamo

Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.

Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.

Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.

Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.

Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.

Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.

Luca