Lei era nella stanza.
Nuda fino alla vita, le braccia alzate fermate dalle manette, agganciate ad un moschettone che pendeva dalla colonna centrale del vano.
Nuda. Calda. Sola, furente, in attesa.
In attesa di una punizione dura.
Così le aveva detto lui, prima di lasciarla sola un momento.
E di ripresentarsi, dopo pochi minuti che le erano sembrati interminabili, la mano forte di una verga cattiva, di un verde ramo di salice.
Lo aveva visto e sentito, il suo corpo si era irrigidito.
Attesa. Poi, il morso della verga sulle spalle dolci ed eleganti e, prima che lei interiorizzasse la scarica di dolore, un’altra sferzata sul dorso.
Due strisce rosse sulla pelle, la schiena si era arcuata, due segni nell’anima.
E mentre attendeva i nuovi colpi – venti, gliene aveva annunciati – aveva rievocato il tempo di prima.
Aveva pensato cosa l’aveva condotta lì, anzi come e perché, di forza, di durezza, lui l’avesse portata al castigo.
Una sera normale, un po’ assolata, trafficata.
Lei distratta, vagamente pensierosa, le vetrine le svagavano la mente, il clima solare della primavera la rendeva languida.
Era tardi, e lui non amava i ritardi. Amava lei, ma nella precisione.
Il passo affrettato non aveva recuperato, duro lo sguardo dell’uomo quand’era entrata in casa.
Voleva dolcezza, aveva offerto l’abbraccio.
Accaldata, dolce, un po’ agitata.
Duro il dire dell’uomo : l’ordine di rinfrescarsi ( l’avrebbe fatto, ci teneva ad offrirsi a lui nella fragranza), poi di venire al castigo.
Dura la sentenza : trenta minuti di ritardo, trenta minuti in ginocchio, le mani tese alla verga.
Lei aveva tentato di discutere, poi aveva detto : no, non mi va, non voglio.
Lui aveva ripetuto l’ordine, ed al suo nuovo diniego, l’aveva schiaffeggiata.
Quasi senza rendersene conto, la donna aveva cercato di colpirlo con il piede, ma lui l’aveva afferrata : una breve lotta, qualche colpo sordo, poi si era trovata a terra, in men che non si dica ammanettata, rialzata di forza.
La colonna aveva ospitato il suo sgomento ed il suo dolore.
Cercava di pensare, e nuovamente il bacio crudele del salice : spalle, fianchi, reni, dorso, tutti un segno, un dolore, un morso cattivo.
La schiena che si contorceva, le braccia tese allo spasimo : non solo il dolore, duro, brutto, ma la rabbia, la voglia di fuggire, di dire di no.
Di dire no quando – glielo aveva detto, prima d’iniziare a sferzarla – a castigo finito, ancora l’avrebbe chiamata ad inginocchiarsi, le mani tese alla verga.
Calda, sudata, agitata, rimescolata. Un turbinio di dolore, di emozioni, di rabbia, di muscoli che si contraevano, dell’odore del corpo che ne cifrava le emozioni.
Ed il ramo di salice che continuava a strisciarle la pelle dolce e delicata, ad arrossare geometrico i suoi punti più dolci.
Poi lui si era fermato.
L’aveva staccata. Le braccia libere, la schiena in fiamme, il seno ansante.
Neanche il tempo di pensare e, secco, l’ordine.
Inginocchiati.
E lei…
una punizione molto dura....
Ma non per le frustate o almeno non solo, dura per l'umiliazione di doversi anche inginocchiare e ubbidire al vecchio ordine.
Psicologicamente so come ci si sente....lo odi, lo vorresti uccidere.
Poi però....
quando alzi lo sguardo e vedi i suoi occhi, allora sai che sei sua .
Questa è una sensazione davvero appagante e che ripaga di ogni castigo.
Wow Lukas!!!!
Se non fosse per il genere di colpi che io non contemplo assolutamente nel mio immaginario, ti direi che questo racconto è pazzesco!
Mi colpisce davvero perché la punizione è descritta in maniera perfetta, poi lei che ricorda durante il castigo...mi fa emozionare molto, ci ritrovo tantissime sensazioni che ho provato o che stimolano enormemente la mia fantasia, frasi tipo:
Il giudizio di Linda è davvero gradevole ed espresso con dolcezza, sono contento di averla emozionata; d'altronde, anch'io mi sono un po' emozionato a scriverlo..
Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.
Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.
Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.
Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.
Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.
Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.
Luca