Questo è l'inizio di quello che dovrebbe essere il racconto delle mie esperienze da Spanker sulla mia ex morosa.
Per ora apro il 3D senza inserire nulla, sono racconti veri e moolto personali, a cui tengo molto.
Ho un pò di titubanza a renderli pubblici, intanto vorrei sondare l'indice di gradimento di Voi amici del forum.
Fatevi sentire, mi raccomnado.
azz..... 'ste spankee
come siete impazienti !
calma calma... domani metto giù tutto... promesso
e che è? volete sculacciarmi mò?
a domani
Luca aggiorna sto forum e metti l'emoticon che si rotola dalle risateeeeeeee!
Lux come vedi spankee di indole docile e remissiva qua non se ne vedono ahahah!
Monella, [b:2hzik2ov]3D[/b:2hzik2ov] sta per [b:2hzik2ov]thread[/b:2hzik2ov] con cui comunemente si indica un messaggio all'interno di una discussione del forum.
Sono stata spiegata?
luxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
vogliamo il racconto!!
CERTO !!!!!!!! CHIARISSIMA SEI STATA!!!
....Blue non aspettarti che Luca faccia qualcosa di intelligente x questo forum....sarebbe chiedere troppo perdere un po di tempo per aggiornare degli emoticons... quello come moderatore è falso come la moneta da 3 euro!!!!!
Lux...rassegnati io sono una delle spankee meno docili e remissive qui dentro.. il mio motto è :
"Combina guai, disobbedisci e nega, nega sempre anche di fronte all'evidenza!"
[size=150:16ew7zim]Vorrei raccontare la storia della prima sculacciata che ho impartito dal vero alla mia fidanzata di allora, quella che oggi purtroppo è diventata ex dopo 10 anni di fidanzamento.
Avevo 24 anni, lei 23 ed eravamo felici studenti universitari da poco più di un anno insieme. Tuttavia io non avevo ancora avuto il coraggio di confessarle certe mie fantasie ed interessi in ambito erotico, e soprattutto avevo molta paura a parlarle della così detta disciplina domestica.
Un giorno di aprile, correva l'anno 1996, colsi la palla al balzo e impartii alla mia Lei la mia prima sculacciata o meglio la mia prima punizione con la cinghia.
Era mattina, avevamo lezione nel pomeriggio e ci trovavamo nella sua casa dove viveva in affitto per non viaggiare quotidianamente con il treno per recarsi all'università.
Stavamo insieme da poco più di un anno come ho già scritto, ma nonostante questo lei si vedeva ancora di nascosto con il suo ex fidanzato del liceo, con cui non capivo bene se c'era solo amicizia oppure anche tenerezza.
In quella fresca mattina primaverile, lei mi confessò di avermi detto qualche bugia relativamente a questo argomento ed io ci rimasi piuttosto male.
Non parlavo, stavo zitto e silenzioso come mi capita quando sono deluso ed amareggiato.
Quella volta ero deciso a punirla per tutte le bugie che mi aveva confessato, fui colto da una specie di “raptus”.
La presi per un braccio e la condussi in camera da letto e lei mi chiedeva che cosa volessi fare.
Senza tanti complimenti le dissi di inginocchiarsi sulla sponda del letto e di piegarsi sul letto.
Lei no capiva, tuttavia eseguì alla lettera i miei ordini senza fiatare.
A quel punto mi soffermai ad osservarla da dietro, ricordo ancora come era vestita: pantaloncini corti di velluto verde e collant chiari velati. Mi piaceva tantissimo il suo look quella mattina.
Mi sfilai la cinghia e a bruciapelo le rifilai un paio di cinghiate sulle cosce, lei si sollevò di scatto ma io la spinsi sul letto. Si portò allora le mani sul volto come per piangere e rimase lì ad aspettare il resto della punizione.
Lentamente le infilai le mani sotto la pancia per sbottonarle i pantaloncini, quindi le sfilai insieme collant e mutandine abbassandole alle ginocchia ed iniziai a prenderla a cinghiate sempre più forte.
Dopo avere visto il suo sedere e le sue cosce diventare visibilmente rosse, mi fermai per chiederle come si sentiva. Stava piangendo, allora buttai la cinghia sul letto e le dissi di rialzarsi; fu allora che ebbi una grossa sorpresa, le si sollevò per un istante, prese la cinghia e la mise nelle mie mani dicendomi “Fai quello che devi fare” e si rimise in posizione.
Dopo la cinghiai più forte di prima, ad ogni colpo sobbalzava sul letto, con le mani cercava di ripararsi dai colpi e fui costretto a tenerle i polsi bloccati dietro alla schiena per poterla battere più agevolmente sul sedere e sulle cosce.
Le sollevai un po' la maglia sopra la schiena e prese le cinghiate anche nella parte bassa del fondo schiena.
Non ricordo quanto durò, 15 forse 20 minuti. Quel pomeriggio all'università non riusciva a stare seduta.
Poi parlammo di quanto era successo ed inevitabilmente le confessai che cosa mi piacesse veramente.
Lei mi disse di non capire certe cose e di non condividerle, tuttavia si era lasciata punire perché sapeva di avere sbagliato e riteneva giusto che io mi sfogassi in qualche modo.
Ci furono altre occasione in cui la punii e diceva che si faceva fare tutto quello che volevo per dimostrarmi il suo amore nei miei confronti.
Un giorno poi mi confessò che anni prima anche suo nonno aveva usato la cinghia con lei.[/size:16ew7zim]
Lux, ce l'hai fatta!
Certo che usare la cinghia la prima volta...ammazza che sadico!:evil:
In effetti la tua ex non mi sembra spankee ma se devo essere sincera mi ha dato l'impressione di una ragazza con qualche disagio emotivo.
Lei l'ha presa solo come punizione, meritata, e non ha visto l'aspetto ludico.
Voleva solo "espiare" e sentirsi perdonata, riamata.
Probabilmente questo è presente anche in chi si sente spankee. ma per quanto serio è comunque gioco.
Grazie per aver condiviso, non è facile anche perchè si sente che è stata per te una storia importante.
Sadico IO?
carissima Blue... quante cose nn sai di me...
purtropo qui...
se mi conoscessi meglio capiresti il xkè della cinghia subito al primo colpo...
oh non pensare kissàkè... né?!
alla prox, ho un'altra sopresa x la settimana che viene.
a lunedì...
Ciao a tutti.
Entro la fine della settimana inserirò un'altra delle mie esperienze reali.
Sono un pò indaffarato in questi giorni e devo ancora dare una sistematina alla grammatica.
a presto....
bravo lux!!!!
[size=150:2i3x38vk]Dalla prima punizione, passo direttamente all’ultima poco prima che ci lasciassimo per sempre.
La prima esperienza fu scritta un paio d’anni fa, pochi mesi dopo la nostra separazione: era mia intenzione scrivere una specia di diario delle mie memorie, volevo lasciare un segno dei miei dieci anni di vita appena trascorsi, ricchi e densi di tante esperienze che grazie alla quella meravigliosa ragazza ero riuscito a vivere.
Mai, prima di conoscere Lei, ero riuscito a confessare ad altri certe mie passioni: sensi di colpa, paura di essere discriminato, tabù mi avevano sempre fatto tenere tutto dentro.
Poi un giorno, finalmente, trovai una persona disposta ad ascoltarmi senza giudicarmi e di questo, nonostante tutto, le devo e dovrò sempre un eterno Grazie.
Il primo racconto risale a cira due anni fa, questo lo sto scrivendo nell’anno 2008 della mia vita: probabilmente lo stile sarà leggermente diverso, forse anche io sono diverso rispetto a quello zombie di due anni or sono, incapace com’ero di guardare avanti ed intento solo a compiangermi…altra storia questa…
Era una sera autunnale come tante, convivevamo da sei sette o mesi circa.
Devo confessare che da quando convivevo erano diventate più frequenti le occasioni in cui utilizzavo la cinghia per scopi diversi da quello di tenere su i pantaloni… quando hai la Tua donna in casa è tutto più semplice dalla esternazione di semplici, o complesse, fantasie sessuali intorno alle quali costruire le serate, ai momenti di gioia e gioco fanciullesco, alle sfuriate e furiose litigate per tante ma veramente tante amene stronzate.
Ma perché quando si diventa adulti, quando ci si avvicina al matrimonio perdiamo tutti (o quasi) la cosiddetta elasticità mentale, il mitico granu salis!, e la capacità di adattamento alle esigenze delle altre persone ed in particolare di quella persona con cui stai condividendo la vita, la Vostra unica vita.
Ognuno arroccato a difendere i sui personali egoismi o presunti tali, ciascuno intestardito a dimostrare d’avere sempre ragione anche quando la ragione è in altri lidi remoti.
Così, può capitare che in una serata d’ordinaria allegria, una serata in cui si sta progettando insieme il week end dopo una giornata d’ufficio, si finisca per litigare come dei ragazzini.
Serata di ottobre, se ricordo bene, dell’anno 2004. In un tranquillo condominio della periferia torinese tutto taceva ed echegiavano le tv dei vari anziani duri d’udito che con la scusa ti facevano (e ti fanno tuttora) sentire l’eco del tigì.
Confesso: mi piace cucinare.
Quella sera stavo preparando la pasta con uno dei mie sughi improvvisati ma gustosissimi… tralascio i gustosi dettagli dato che è un racconto di DD e non d’arte culinaria.
L’acqua prende a bollire, butto gli spaghetti e li giro con un cucchiaio di legno, intanto arriva Lei da dietro.
Il sabato successivo dovevamo uscire con due sue amiche, così iniziamo a parlare su cosa e dove potevamo andare insieme a cena.
Ad una d’esse piace un ristorante che non piace a me, all’altra piace un ristorante che piace a me ma non all’altra infine entrambe gradirebbero un ristorante che sia io che la mia Lei detestiamo.
Lei mi fa: “Per una volta potresti anche lasciare perdere, no?”
Io: “Non solo questa volta! Lascio sempre perdere, io. Questa volta allora potrebbero lasciare perdere loro, perché no?”
Lei: “Dai non fare l’egoista”
Io: “Io egoista? Loro no invece”
Lei:”Ma dai, lo sai come sono fatte e visto che tu sei più maturo…”
Io: “Per me è una questione di principio, sai cosa mi frega d’un posto piuttosto che l’atro, però non possiamo sempre dargliele vinte. Stavolta no!”
Lei: “E va bè, tanto hai sempre ragione tu”.
Logicamente non ricordo le parole esatte, ma il senso del discorso era questo.
Mentre disquisivamo, ogni tanto giravo la pasta per non fare attaccare gli spaghetti fra di loro ma verso la fine della disquisizione Lei mi prese di mano il cucchiaio di legno per girare lei la pasta.
Improvvisamente, mentre girava la pasta si fermò come inebetita a fissare la pentola.
“Cosa fai?” Chiesi io.
E Lei “Giro la pasta non vedi?”
Ed intanto stava con il cucchiao dentro la pentola senza girare, con il coperchio alzato e l’acqua perdeva il bollore facendo scuocere la pasta.
“Allora gira dai” dissi io trattenendo un pelo di inquietudine per gli spaghetti che rischiavano di scuocere.
“Ma non vedi che sto facendo?” disse Lei innervosita.
“Ma se stai ferma con il cucchiaio a mollo? Poi la pasta sa di legno e si scuoce dato che non bolle più”
Non l’avessi mai detto!
Le venne una crisi isterica, scoppiò in lacrime e disperata iniziò ad urlare che quello che faceva non andava mai bene, che non la gratificavo mai, mai una volta che le dessi una soddisfazione.
Tutto questo piangere e gridare durò parecchi minuti e credo che pure quei sordi dei vicini avbbiano ascoltato tutto.
Vista la scenata non riuscci a trattenermi, non mi misi ad urlarle dietro, non mi piace urlare, non ci riesco.
Tendenzialmente mi chiudo in me stesso e tolgo la parola a chi mi ha offeso o fatto un torto.
Così feci, ma visto che lei continuava con la sua crisi isterica presi pentola e spaghetti buttando tutto nel lavandino.
“Perché? Perché?” urlava Lei in lacrime.
Ero muto, cupo e con lo sguardo basso.
Alla fine ci parlammo con calma per chiarici anche se non c’era molto da chiarire.
Ricordo bene che le dissi: “Queste scene non le voglio più vedere, ok? Si può discutere di tutto, litigare anche ma non azzardarti più ad urlare e fare queste scenate: la prossima volta fra noi è finita.”
Ripresi la pentola e iniziai un’altra volta a cuocere la pasta.
Non le parlai per tutta la cena, Lei mi guardava e cercava di intavolare un qualche discorso ma io ero più muto d’un muto.
Cenammo, lavati i piatti e fatte le solite faccende andammo a letto.
Lei mi era alla mia destra, sdraiata su un fianco che cercava di farmi parlare, io nulla, ero troppo incavolato per qualunque cosa e non avevo nemmeno voglia di sculacciarla.
Da donna cercò allora d’inventarsi qualcosa.
“Dai, facciamo l’amore? Mi metto come piace a te, eh? Daii?”
“Lascia perdere, ora non mi va” replicai.
Senza aggiungere altro scese dal letto e si mise ad armeggiare fra la biancheria intima.
Tornò sul letto con un completino in pizzo bianco completo di reggiseno a balconcino, coulotte perizomata, reggicalze e calze biance,
Sembrava una sposa!
Io per tutta risposta mi girai dalla parte opposta.
Un attimo dopo sarei rimasto senza fiato…
“Prendi la cinghia” furono le sue parole.
Io: “NO” secco.
Così scese dal letto ancora, prese i miei pantaloni, ne sfilò la cintura e tornò sul letto porgendomela.
“Dai, fammi quello che vuoi”
Il cuore mi batteva, altre volte l’avevo punita, mai però aveva lei stessa desiderato così tanto una punizione.
La guardai nei suoi occhi verde-azzurro-grigio e le leggevo la voglia d’essere redarguita.
“Questa volta ti facio male sul serio. Pensaci bene. Poi non mi fermo e vado fino in fondo”
Lei: “Va bene”
Io: ”Ok, l’hai voluto tu”
Lei, mettendomi la cinghia fra le mani e fissandomi negli occhi con le labbra a pochi centimetri dalle mie: “Fallo!”
Mi fermo un attimo, ho un leggero fremito al cuore nel ricordare queste emozioni, devo rileggere e calmarmi.
“Sdraiati sul letto a pancia giù, con la testa di là”
Lei esguì, io la presi per la gambe e la sistemai in modo che mi fosse comodo suonargliele.
Lei stava con la testa sulle lenzuola aspettanto di miei colpi, sapeva che avrebbe dovuto soffocare eventuali grida.
Testa girata verso sinistra, occhi chiusi, mani sopra la testa… era ferma in posizone come piaceva a me.
“Rimani così, ferma”
Poi la presi per i finachi e le sollevai il sedere facendola rimanere in ginocchio con il sedere per aria e con la testa sulle lenzuola.
Iniziai a sculacciarla a mano nuda con colpi prima lievi, poi sempre più forti ma cadenzati a ritmo costante.
Lei non si lamentava più di tanto, ad un certo punto cercò di portare una mano a coprirsi il sedere ma con disprezzo la rimisi al suo posto.
Fu allora che presi la cinghia.
Standole dietro iniziai a afrezarla con colpio secchi, decisi e forti.
Sentivo che si tratteneva dal gridare emettendo solo gemiti e colpi di tosse e sospiri sempre più affannosi.
La mia cintura risuonava nbella stanza semibuia e dopo un po’ sentti un lamentoso “Bastaaaa”.
“Basta cosa? L’hai voluto tu, stai zitta!”
Detto questo la feci sdraiare come all’inizio, le salii cavalcioni sulla schiena lasciandole scoperto il sedere, con la mano destra brandivo la cinghia e con la mano sinistra la presi da dietro mettendole una mano sulla bocca per impedirle d’urlare.
Le tenevo la testa sollevata e reclinata indietro premendo sulle labbra e sentendo sulle dita i suoi affannosi lamenti ad ogni colpo deciso che le sfrerravo sul sedere.
Le stavo facendo davvero male, ma lo aveva meritato.
Infine la feci mettere carponi sul letto per terminare di cinghiarla in posizione più comoda.
Quella sera esguì tutto senza banfare a parte i lamenti per il dolore che davvero quella volta patì come non mai.
Finita la punizione, senza proferire parola volli fare l’amore con Lei che ovviamente non apsettava altro che abbracciarmi e riempirmi di calore e baci.
“Mi sei piaciuto più del solito questa sera” furono le sue uniche parole prima d’addormentarsi.[/size:2i3x38vk]
Lux, ho letto con attenzione il tuo racconto, immagino che non sia stato facile rendere partecipi altre persone di ricordi così intimi e dolorosi.
Se permetti, vorrei fare alcune considerazioni...
Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.
Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.
Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.
Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.
Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.
Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.
Luca