Come ho già detto in passato non so resistere al fascino della parola scritta. Amo immortalare la poesia di certi momenti, per poterla assaporare di nuovo ogni volta che lo desidero, rivivendo quei brividi unici e intensi con i ricordi e la fantasia. Il mio fidanzato, nonché spanker, m'impone di appuntare in un diario tutte le punizioni ricevute, ed io lo faccio, trasformando in racconti le esperienze più travolgenti. Eccone uno.
E' quasi mezzanotte, ma il viale brilla come in un giorno di sole. Le luminarie natalizie pennellano di luce azzurra le facciate longobarde dei palazzi. Tra le vie della città si diffonde l'odore caldo del torrone. Note di caramello addolciscono il gelo affilato di questa sera di dicembre.
La mia mano è intrecciata alla tua, mentre cammino silenziosa tra le file di casette di legno. I venditori si affrettano a smontare il mercatino, ma le strade sono ancora piene di gente. Infilo le dita intirizzite nel sacchetto di carta che mi porgi e afferro un pezzetto di croccante alle mandorle.
Sono golosa, tu lo sai e mi vizi sempre. Ma oggi non ci saranno solo coccole per me. Le prenderò, questo è certo. Ho imparato a cogliere nei tuoi occhi quello sguardo speciale che rivolgi solo a me. Quella perfetta mescolanza di dolcezza e durezza che mi fa vibrare le corde più profonde dello spirito.
Siamo arrivati alla fine del viale. No, non voglio tornare indietro. Non voglio affrontare la tua delusione. Ho paura, e sono preoccupata per tutti i problemi che ho a casa. Mi blocco accanto all'obelisco egizio. Sto tremando. Mi prendi tra le braccia e mi stringi a te. Sono distante, te ne accorgi? Un bacio mi sfiora la fronte, leggero come il volo di una farfalla.
"Piccola è ora di andare."
Mi tiri gentilmente la mano ed io ti seguo a ritroso fino all'auto. Quante parole ci sono nel nostro silenzio! Ti comunico la mia ansia e il mio desiderio segreto. Il mio bisogno di essere presa e spogliata da tutte queste angosce. L'espressione severa del tuo volto sottolinea la risolutezza della tua decisione. Non ci saranno sconti sta sera.
Guardo fuori dal finestrino senza vedere nulla. Mi sembra di muovermi in un altrove spazio temporale. Mi basta un tuo cenno e varcherò la soglia di una dimensione alterativa, quella in cui tu puoi punirmi, afferrando le redini delle mie emozioni sfrenate per riportarle sulla giusta strada. La dimensione in cui sono tua, così profondamente e incondizionatamente tua.
L'auto si ferma troppo in fretta. Non sono ancora pronta, ma a che serve parlare? So già cosa vuoi. Mi sposto sul sedile di dietro, gustando l'attesa come se fosse una caramella alla menta, dolce e pungente al tempo stesso. Tu mi raggiungi in silenzio e mi trafiggi con un'occhiata.
"Via le scarpe e giù le mutandine."
Perché me lo fai fare? Perché? Perché? Vuoi la mia offerta incondizionata, vuoi la mia dolce sottomissione. Ma io non voglio dartela, o si? Sul mio volto luccica il bagliore della lotta che sto combattendo contro me stessa.
"Subito", mi ordini. La mano posata sulla cintura è solo una coincidenza?
Le dita risalgono lente il profilo delle mie cosce, afferrano il bordo della calze e cominciano a tirare giù.
"Non abbassare lo sguardo."
Sollevo piano la testa, ingoiando il gusto amaro della lacrime. E' questa la parte peggiore: donare al castigo il mio corpo pulsante di vergogna, imbarazzo e desiderio. In un attimo mi libero degli indumenti. Tu mi guidi sulle tue ginocchia, dolcemente ma con fermezza, e mi arrotoli il vestito sulla schiena, quasi a incorniciare la tela candida del mio sedere che tra poco dipingerai di porpora.
La tua mano colpisce forte, annullando la distanza che ci separava. Attraversa decisa la bolla di preoccupazione che mi avvolge, sciogliendo ad uno ad uno i nodi delle mie tensioni. Come in un sogno, le sento esplodere in una pioggia di schegge multicolore, mentre un piacere sottile mi attraversa le membra.
Quando ti fermi ho il respiro affannoso.
"Dimmi perché ti sto punendo", mi chiedi, sfiorando i globi non più immacolati delle mie natiche in lunghe e sensuali carezze.
"Perché ultimamente sono sempre nervosa e ti rispondo male."
"E poi?"
"Perché ... mi sono arresa e ho rischiato di mandare tutto all'aria, l'università... il mio lavoro ...", non riesco a trovare le parole per dirti che mi dispiace, che ho capito di essere stata sciocca e irrazionale. La voce si tende come una corda, diventando acuta e sottile.
"Amore mio, ti sto punendo perché non è questo il modo di reagire. Tu sei più forte di così."
M'inginocchio accanto a te sul sedile, affamata del tuo sapore. Aspiro il profumo dei tuoi capelli e un guizzo di bollente desiderio si riversa tra le mie cosce.
"E' che ... ho paura. Io non voglio essere come lei."
"Ma tu non sei come tua madre. Ed io non sono come tuo padre. Io sarò severo con te, quando ce ne sarà bisogno."
E mentre lo dici mi spingi il busto in avanti, nello spazio tra i sedili anteriori. Non voglio essere di nuovo punita, ma la forza ancestrale della tua virilità ha domato la mia ribellione. Rimango carponi ad attendere i colpi, col sedere nudo e tremante proteso verso te. Mi sento così vulnerabile adesso.
La prima cinghiata mi toglie il respiro. Ma come fai a usarla in uno spazio così stretto? Non ho il tempo di chiedermelo che già la seconda mi lambisce la schiena. Arriva la terza e la mia calma comincia a incrinarsi. No, non ce la faccio più. E' orgoglio o pentimento ad impedirmi d'implorare? Non lo so, so solo che vorrei che smettessi.
La cintura mi colpisce ovunque: a destra, a sinistra, al centro, sui bianchi sentieri che uniscono le gambe ai glutei morbidi e rigogliosi. Su quei sentieri corre un ridente piacere. Ma il dolore è sempre più forte. Cola sulla mia pelle come lava pura. La carne si accende sotto le sferzate.
La luna che ti porgo attraverso la notte nera del mio vestito si tinge di rosso e di viola. Ad ogni colpo si allontana, si stringe e si rilassa, per poi ritornare a offrirsi alla severità che odia e che brama. Sale l'onda della sofferenza, mi avvolge, mi soffoca. Come fredda risacca mi tira giù. Ed ecco che sono sul fondo, incapace di dire o di fare.
Mi alzo di scatto, stravolta e tremante.
"Ti ho forse detto che puoi lasciare la posizione?"
Attraverso i miei occhi ammantati di lacrime vedo brillare i tuoi, soffici e neri. Mi sembrano oceani di notte. M'invitano, accoglienti, a bagnarmi nelle dolci acque di quel tuo sguardo risoluto.
Mi metto di nuovo carponi, decidendo di accettare fino in fondo la mia punizione. Ed è come se i sensi si facessero acuti. Ascolto il vento infuriare tra le cime d'oro rosso degli alberi, osservo la danza di una foglia morta che scivola sul finestrino. Sfinita, spingo una mano dietro di me. Non vedo, ma sento le tue dita legarsi alle mie.
E una nuova forza esplode mi esplode nelle vene. Con te accanto non sono più sola. Posso lasciarmi andare, sfiorare il baratro e risollevarmi. Ci sarai sempre tu a impedirmi di cadere. Il filo spezzato che era dentro di me l'hai legato con un doppio nodo. E non è più il dolore ad avere il controllo. Ora lo vivo, lo assaporo, lo cavalco.
Oltre il nero confine della sofferenza vedo sorgere il sole della gioia piena.
E' questo il momento di smettere. Tu lo sai e lasci cadere la cintura. Mi attiri a te con un sorriso. Ti guardo e sorrido anch'io, come non facevo da giorni. Abbiamo lottato amore, e abbiamo vinto insieme!
C'è dell'amore qui.
Eh si, concordo con Seguimi, e ti faccio i complimenti Selina: diventi sempre più brava nel mettere per iscritto le tue emozioni; c'è anche un che di letterario fin dall'introduzione della storia, natalizia nell'atmosfera, infatti comincia sui colori accesi delle luminarie e termina su quelli del Rosso Natal...
ciao,
Keith
Brava brava brava... che altro dire???? La grande capacità di farmi sentire dentro il racconto
Grazie a tutti voi per la vostra attenzione e per i vostri commenti C'è molto amore, è vero, ma per me che sono una romantica non potrebbe essere altrimenti. Non riesco a concepire la spanking senza amore. Prendersi cura di una persona vuol dire saperle dare ciò di cui ha bisogno quando ne ha bisogno, e non solo quello che vorrebbe secondo i desideri del momento. Anche se questo vuol dire essere duri, implacabili e severi. Anche se questo vuol dire strappare grida e sospiri. Se lui mi avesse lasciata andare con un bacio e una carezza non avrebbe fatto il mio bene. Spingendomi fino alle lacrime non mi ha resa più debole, ma anzi mi ha ricordato che sono forte e che posso rialzarmi tutte le volte che voglio. Non è forse questo il grande atto d'amore che un uomo possa fare ad una donna?
Bravissima Selina, un racconto magnifico. E la tua esperienza, le tue parole, coincidono anche con il mio modo di concepire lo spanking.
Anche per me è difficile cedere il controllo. Eppure, quell'affidarsi, è la chiave di tutto...
E' proprio vero che si vince insieme.
Che dolcezza e che poesia... Emerge davvero un rapporto speciale da questo racconto così ben scritto!
Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.
Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.
Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.
Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.
Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.
Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.
Luca