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Shakespeare

Avviato da taribo il 23/12/2014 alle 22:34

Shakespeare

taribo (437 post, compleanno 18-5-1970)

comincerò questa mia breve dissertazione natalizia con una citazione da 'La tempesta', di un "certo" William Shakespeare, pronunciata da Prospero, il protagonista del famoso lavoro del celeberrimo drammaturgo inglese.
"Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita "
È così che il celeberrimo drammaturgo seicentesco inglese, nella sua opera “La tempesta”, immagina l’essenza umana. Molti si sono occupati di questo argomento, a partire dagli antichi greci che considerarono il sogno una dimensione privilegiata in cui cercare e scoprire la struttura più interna dell’uomo e del mondo in cui vive. Con il mistero della sua natura si misurarono filosofi antichi e moderni e ognuno di loro dette una propria interpretazione a riguardo. Aristotele sosteneva che il sonno trattiene ed elabora gli stimoli sensitivi che ci provengono dall’esterno durante il giorno. Se noi durante il giorno vediamo, ascoltiamo o sentiamo qualcosa, questo qualcosa ci riappare nel sogno con molta più intensità di come lo vediamo, lo ascoltiamo o lo sentiamo durante la veglia. È come se si aprissero le porte di un altro mondo in cui però si manifestano quelle cose che noi viviamo nel nostro mondo che è quello sensibile.
Mirabile spiegazione, propria da corpus aristotelico, per definire la vita subcoscienziale, i desideri, i sogni, gli istinti che si vorrebbe o non si vorrebbe vivere, assaporare, condividere.
E che poi vengono elaborati razionalmente, mettendo in atto quei comportamenti miranti a raggiungerli, a viverli, a sublimarli.

Inviato il 23/12/2014 alle 22:34

Re: Shakespeare

Timidina10 (85 post, compleanno non disponibile)

taribo ha scritto:
comincerò questa mia breve dissertazione natalizia con una citazione da 'La tempesta', di un "certo" William Shakespeare, pronunciata da Prospero, il protagonista del famoso lavoro del celeberrimo drammaturgo inglese.
"Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita "
È così che il celeberrimo drammaturgo seicentesco inglese, nella sua opera “La tempesta”, immagina l’essenza umana. Molti si sono occupati di questo argomento, a partire dagli antichi greci che considerarono il sogno una dimensione privilegiata in cui cercare e scoprire la struttura più interna dell’uomo e del mondo in cui vive. Con il mistero della sua natura si misurarono filosofi antichi e moderni e ognuno di loro dette una propria interpretazione a riguardo. Aristotele sosteneva che il sonno trattiene ed elabora gli stimoli sensitivi che ci provengono dall’esterno durante il giorno. Se noi durante il giorno vediamo, ascoltiamo o sentiamo qualcosa, questo qualcosa ci riappare nel sogno con molta più intensità di come lo vediamo, lo ascoltiamo o lo sentiamo durante la veglia. È come se si aprissero le porte di un altro mondo in cui però si manifestano quelle cose che noi viviamo nel nostro mondo che è quello sensibile.
Mirabile spiegazione, propria da corpus aristotelico, per definire la vita subcoscienziale, i desideri, i sogni, gli istinti che si vorrebbe o non si vorrebbe vivere, assaporare, condividere.
E che poi vengono elaborati razionalmente, mettendo in atto quei comportamenti miranti a raggiungerli, a viverli, a sublimarli.
non posso che applaudire alla tua citazione di Shakespeare, il quale non solo mi piace molto come drammaturgo e poeta, ma anche perché la citazione la sento veramente mia nell'anima.
d'altronde essere timidi va stupendamente d'accordo con l'essere sognatori

Inviato il 26/12/2014 alle 15:28

Re: Shakespeare

taribo (437 post, compleanno 18-5-1970)

Timidina10 ha scritto:
taribo ha scritto:
comincerò questa mia breve dissertazione natalizia con una citazione da 'La tempesta', di un "certo" William Shakespeare, pronunciata da Prospero, il protagonista del famoso lavoro del celeberrimo drammaturgo inglese.
"Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita "
È così che il celeberrimo drammaturgo seicentesco inglese, nella sua opera “La tempesta”, immagina l’essenza umana. Molti si sono occupati di questo argomento, a partire dagli antichi greci che considerarono il sogno una dimensione privilegiata in cui cercare e scoprire la struttura più interna dell’uomo e del mondo in cui vive. Con il mistero della sua natura si misurarono filosofi antichi e moderni e ognuno di loro dette una propria interpretazione a riguardo. Aristotele sosteneva che il sonno trattiene ed elabora gli stimoli sensitivi che ci provengono dall’esterno durante il giorno. Se noi durante il giorno vediamo, ascoltiamo o sentiamo qualcosa, questo qualcosa ci riappare nel sogno con molta più intensità di come lo vediamo, lo ascoltiamo o lo sentiamo durante la veglia. È come se si aprissero le porte di un altro mondo in cui però si manifestano quelle cose che noi viviamo nel nostro mondo che è quello sensibile.
Mirabile spiegazione, propria da corpus aristotelico, per definire la vita subcoscienziale, i desideri, i sogni, gli istinti che si vorrebbe o non si vorrebbe vivere, assaporare, condividere.
E che poi vengono elaborati razionalmente, mettendo in atto quei comportamenti miranti a raggiungerli, a viverli, a sublimarli.
non posso che applaudire alla tua citazione di Shakespeare, il quale non solo mi piace molto come drammaturgo e poeta, ma anche perché la citazione la sento veramente mia nell'anima.
d'altronde essere timidi va stupendamente d'accordo con l'essere sognatori

Verissimo Timidina, complimenti di cuore per la tua sensibilità

Inviato il 27/12/2014 alle 16:12

Chi eravamo

Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.

Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.

Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.

Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.

Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.

Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.

Luca