Sta sera voglio condividere con voi il racconto di una mia esperienza. Lo faccio con un po' di difficoltà, perché svela molte cose di me, forse troppe. Ci ho messo tanta emozione. Un'emozione che ho bisogno di condividere con qualcuno, e posso farlo solo con voi. Altri non mi capirebbero, ed io desidero essere compresa. Purtroppo non ho il dono della sintesi, per cui spero proprio di non annoiarvi!
Non mi sono mai piaciuti gl'imprevisti!
Da quando ho scelto la mia strada tra le mille strade del mondo, il mio sentiero di luce tra le tenebre dell'incertezza, mi è sempre stato chiaro che tutto posso sopportare, ma gli imprevisti no, quelli proprio non li sopporto.
Entropia. E' così che potrei definire la mia vita. Il caos dei miei ritmi altalenanti affiora dalle occhiaie che mi cerchiano gli occhi, dalla stanchezza velata di soddisfazione che ogni tanto mi adombra l'espressione. Ma io amo la mia vita disordinata. Amo i vestiti di scena appesi alla ringhiera e gli spartiti fitti di note che ingombrano la scrivania.
Amo tutto questo, anche se a volte mi sento sfinita per le mie corse continue. Perché quando recito so sempre come andrà a finire. Perché quando canto posso controllare ogni piccola sfumatura della mia voce.
Controllo! E' questa la parola chiave.
Odio tutto ciò che mi toglie il controllo. Odio queste crisi che mi colpiscono a tradimento, nei momenti belli come in quelli tristi, indifferentemente. Violente e improvvise si abbattono sul mio animo, lasciandomi prosciugata nel corpo e nello spirito.
Tu lo sai, te ne accorgi sempre quando sto male. Hai imparato a leggere le mie espressioni. Le labbra socchiuse e gli occhi che diventano biglie di vetro nel volto confuso.
Proprio come sta mattina. Sono seduta davanti a te mentre bevo il caffè. Vorrei nascondere il tremito delle mie mani, ma non ci riesco. Gocce di espresso mi scorrono tra le dita, amare come il gusto che sento salire dalla bocca dello stomaco. E' un attimo, e il mio mondo si capovolge.
Sono persa nel mio universo di colori cangianti e volti mostruosi. Ho paura mi gira la testa vi prego tiratemi fuori di qui ...
Però ci sei tu!
Mi togli la tazzina dalle mani e mi coccoli finché l'ultima convulsione non sfuma via dal mio corpo. Rimango ancora un po' con la testa sul tuo petto. E' il mio luogo sicuro, il mio angolo felice nel mondo. Quando sono tra le tue braccia niente mi può toccare. Ma poi la tue parole mi richiamano alla realtà.
"E' già la seconda oggi!" Sei preoccupato, lo sento nel tono della tua voce.
"Non è niente", minimizzo.
"Hai preso le medicine?"
Oh no, le medicine! Un lampo di paura mista a consapevolezza mi attraversa lo sguardo.
"Ti ho fatto una domanda", incalzi, sospettoso.
"Amore ... ecco io ..."
Perché non mi viene in mente nulla? I pensieri si agitano frenetici alla ricerca di una spiegazione.
"Piccola è la quarta volta che dimentichi le medicine! Come pensi di migliorare se non segui la terapia?" Le tue parole sanno di rabbia, ma sono i tuoi occhi a farmi paura. Occhi pieni di fuoco e di neve.
"Che fai, mi tieni il conto adesso?" Irritata, sbatto i pugni sulla scrivania.
" Sai cosa ti aspetta. Eri stata avvertita!"
Hai ragione, non posso negarlo. Me ne sto zitta per un po', decisa a non cedere. Questa volta no, non voglio, non lo farai.
Mi sbaglio! Ma perché continuo a sottovalutarti?
Mi cogli di sorpresa nel tardo pomeriggio.
Un attimo e il mio mondo si ribalta di nuovo. Sta volta mi ritrovo sulle tue ginocchia, ma l'universo che mi circonda non fa più paura. I primi colpi cadono come gocce bollenti sulle mie natiche ancora coperte dai pantaloni. E' una pioggia rovente, un uragano di schiaffi e baci e carezze. Non sento dolore, ma solo un dolce piacere che si espande fino al cuore.
No, non voglio.
Mi agito sulle tua gambe, ma la tua mano è ferma sulla mia schiena. Aumenti il ritmo fino a farmi gemere. Piccole grida mi scoppiano dalle labbra. Quando smetti mi tiro su di scatto, sospirando di sollievo. Ma non è finita, lo so. Sei stato fin troppo chiaro con le tue minacce per poterlo anche solo pensare.
"E ora giù le mutande, signorina!"
Cosaaa? Eh no caro mio, te lo scordi, io non mi abbasso proprio nulla.
Esisto un attimo di troppo.
Sono così piccola in confronto a te. Cerco di allontanarmi ma il mio polso è già intrappolato tra le tue dita. Con l'altra mano ti sfili piano la cintura.
"Giù le mutande ho detto."
"No."
Con un rapido movimento mi fai piegare in avanti. La mia pancia preme sull'incavo del tuo braccio mentre i piedi scalciano nell'aria. Un sibilo e la cinta colpisce proprio al centro del mio sedere. Serro i pungi e strillo per la rabbia e l'impotenza.
"Te lo devo ripetere amore?"
Vuoi che ti prenda a morsi, tesoro?
Reprimo il commento e faccio come mi hai detto, cercando di sprizzare veleno dagli occhi. Apro il bottone dei jeans e tiro giù le mutandine, con lo sguardo che non si abbassa mai, neppure per un secondo. La mia espressione di sfida sembra quasi divertirti. Presto me la toglierai dalla faccia, ma sono decisa a renderti le cose difficili.
Non cedo facilmente quando mi prendi e mi trascini sul letto. Sono piccola, è vero, ma anche io ho la mia forza, e ne tiro fuori ogni briciola per cercare di oppormi. Non serve a molto. Dopo una breve lotta mi ritrovo distesa sul letto. La morbidezza del cuscino m'investe le guance insieme a un odore di legni aromatici ed erba.
Te l'ho regalato io quel profumo, maledetto.
E' così strano starmene così, stesa a pancia in giù con le mani che artigliano le coperte. Le mutandine arrotolate attorno alle ginocchia offrono le mie natiche ai morsi del freddo. Mi sembra di essere donna e bambina, forte e indifesa. Ed è come se fossi divisa a metà. Una parte di me vorrebbe scappare, sottrarsi ai baci roventi della cinghia che mi straziano la pelle.
Ma l'altra parte mi tiene inchiodata qui. L'altra parte di me, quella incomprensibile e misteriosa, brama la severità che stai donando con i tuoi colpi decisi, con le parole dure che mi rivolgi mentre punisci la mia condotta. La bevo come un girasole assorbe la luce, rotolandomi in essa come fosse un giaciglio di soffice balsamo.
Ed è così che carezza dopo cinghiata, gemito dopo sospiro, quel controllo che tanto mi affanno a mantenere me lo strappi via dal cuore e dalla mente. Sono di nuovo persa in un mondo tutto mio, ma sta volta è un mondo fatto d'amore e protezione, e non voglio che qualcuno mi porti via. Scopro che è bello abbandonarsi, lasciarsi andare ... non desidero altro in questo momento, e lo faccio.
Mi abbandono finché il tempo non smette di esistere. Che spettacolo che devo offrirti, è amore? Seminuda sul tuo letto con la felpa arrotolata fino ai fianchi. Il mio corpo riluce nel chiarore della lampada. La curva della schiena, le fossette di venere, le perle opulenti delle natiche si stanno colorando. Pennellate scarlatte mi rubano il candore dalla pelle.
Basta ti prego smettila non ne posso più ....
Ma non te lo dico. Resto ferma a prenderle, a subire la pioggia di colpi che mi scroscia sul sedere. Chiusa in me, bloccata, piena di timori ... Sono impenetrabile al mondo. Ma tu sai come aprire le mie porte. Il fiore segreto si è schiuso per te. Umori ardenti m'inondano le cosce. Un nettare dolce, denso di profumi, gocciola tra i riccioli neri.
Effonde nell'aria il mio odore di donna, di femminilità viva e pulsante. Ti desidero amore, e mi vuoi anche tu. Lo so, lo sento nei tuoi sospiri che si confondono nei miei. Ma i tuoi piani per me sono diversi, sta sera. Getti via la cintura e mi accarezzi la schiena. Le tue mani indugiano sulla pelle calda, arrossata. Le dita scendono giù, sempre più.
Si posano lievi sulla perla nel mio scrigno d'ebano. La sfiorano, la solleticano, nuotano nel succo languido di un frutto non più proibito. Si fermano. Mi afferrano le braccia e mi fanno rialzare. Mi sorreggono mentre docile, pentita, rasserenata, guarita, appoggio la fronte sul tuo petto, cercando il conforto dei tuoi abbracci e delle tue parole.
Perché non dici niente, tesoro?
Allontani una sedia dal tavolo e mi fai sedere davanti al diario con la copertina a fiori. E' solo quando le mie natiche nude e brucianti prendono contatto con il legno che ritrovo il senso della realtà. Ti guardo interdetta mentre fai rotolare un penna verso di me, con l'ordine di scrivere 400 volte "non devo dimenticare le medicine."
La rabbia mi monta nel sangue.
"Ma sei impazzito? Non basta la cinghiata che mi hai dato?"
"Allora piccola mia: non segui la terapia, a teatro fai sempre orari assurdi e la sera, invece di dormire, resti sveglia a leggere fino a tardi, quando sai che il sonno è sacro per chi ha un problema come il tuo. Cara mia, tu farai come ti dico. E vedi di non commettere mai più un errore del genere, o t'imprimerò il messaggio a fuoco sul culetto con la cinghia, la spazzola e tutto ciò che mi capiterà per le mani. Ricorda che se non rispetti te stessa non rispetti neanche me."
Non posso che chinare la testa di fronte all'impietoso esame del mio comportamento. Sconfitta, prendo la penna e mi accingo a svolgere il compito che mi hai assegnato. Impiego ore a scrivere le frasi. Le incolonno sulle pagine immacolate con la mia grafia minuta e ordinata, fermandomi soltanto pochi istanti alla volta per gettarti occhiate furtive.
I mie occhi percorrono come pennellate la linea tenace della mascella, la curva muscolosa delle spalle. Non mi piace il tuo silenzio, amore, fa più male dei colpi che ancora pulsano nelle natiche. Me ne sto qui, su questa sedia, con il polso dolorante e le mutande alla ginocchia, ed è peggio che se fossi nuda. Ma mentre aggiungo l'ultima parola al mare d'inchiostro che ho versato sul diario, sento che la rabbia è svaporata dal mio petto.
Sto così bene adesso, sono felice. Ma non ti dico neanche questo, tesoro, saranno i sorrisi a parlare per me!
Intenso, è la prima parola che mi viene in mente per descriverlo... complimenti Selina, si "sente"" e si legge che hai padronanza della lingua e sai raccontare con forza le tue emozioni, che altro dire? Brava
ciao,
Keith
Bravissima... avevo il nodo in gola pure io..
Mi è piaciuto molto Selina complimenti
Grazie a tutti voi che mi avete letta: è così bello poter essere me stessa fino in fondo, in questo piccolo angolo sereno che è il forum, senza pregiudizi e senza scandali. Io sono davvero maniaca del controllo, e amo la mia indipendenza e la mia autonomia. Questa esigenza di sottomissione che sta venendo fuori, questo desiderio di essere messa sulle ginocchia del mio uomo ed essere fermamente sculacciata come punizione per le mie mancanze, mi destabilizza. Mi riesce ancora difficile credere di essere davvero io la ragazza del racconto. Poter parlare e condividere le mie emozioni mi aiuta molto!
Vedere scritte certe cose è un po' prenderne ancora più coscienza... io quando mi sono iscritta qui mi sono accorta che a scrivere spankee mi tremava la manina...
Emozione forte...
E i vecchi saggi che li prendono per mano....
Oooohhhh... finalmente una tua foto...
Ahahaha perché in questo momento sto immaginando Keith con una lunga barba bianca, le ciglia color brina e la schiena curva mentre si trascina a fatica sulle gambe tremanti sorreggendosi a un cane come fosse un bastone da passeggio?
Il ns caro Keith... ahahahabaha
Perchè siamo tanto brave
Bel racconto [b:1bgfn510]Selina[/b:1bgfn510], intenso e ben scritto ( piacere sempre più raro nel web).
Mi sono ritrovata, come immagino altre spankee, nelle emozioni che hai descritto.
Il contrasto tra il tuo desiderio di avere il controllo su tutto e il bisogno di riuscire ad affidarsi.
Sperare che smetta ma allo stesso tempo che continui (e mai cedere alla debolezza di dire "[i:1bgfn510]Basta[/i:1bgfn510]" )
Come vive lui il suo essere spanker? Ne parlate?
Io ci ho messo anni (ed anni, ed anni... ) per prendere consapevolezza e accettare la mia natura.
Stranamente invece mi sono iscritta subito al Forum appena trovato (poco dopo aver iniziato a usare internet), anche se timidamente ho iniziato subito a dire la mia. Ad essere precisi l'esordio è stato in chat la prima sera non mi si filò nessuno, poi cominciai a chiacchierare con Luca e altri utenti che mi aiutarono a capire meglio, non sapevo nulla neanche della terminologia
Ti ci vedo con l'uncinetto in mano....
[quote="Blue"][color=#0000BF]Bel racconto [b:12pd2u1j]Selina[/b:12pd2u1j], intenso e ben scritto ( piacere sempre più raro nel web).
Mi sono ritrovata, come immagino altre spankee, nelle emozioni che hai descritto.
Il contrasto tra il tuo desiderio di avere il controllo su tutto e il bisogno di riuscire ad affidarsi.
Sperare che smetta ma allo stesso tempo che continui (e mai cedere alla debolezza di dire "[i:12pd2u1j]Basta[/i:12pd2u1j]" )
Come vive lui il suo essere spanker? Ne parlate?
Ciao Blue, grazie per il tuo commento Sono felice di essere riuscita a condensare e a trasmettere tutte le emozioni che per me sono davvero importanti, quelle che a volte è così difficile tirare fuori! Certo che ne parliamo. Ne parliamo tantissimo, perché un rapporto sano e luminoso, di qualunque tipo sia, si costruisce insieme giorno per giorno. Ed è soltanto attraverso il dialogo che si può trovare il giusto equilibrio, il punto d'incontro, il terreno fertile su cui edificare la propria storia, con tutte le difficoltà che questo comporta. Prima di iniziare a praticare ne abbiamo discusso per mesi, finché non ci siamo sentiti pronti tutti e due. Ovviamente per lui è molto più difficile che per me, lo riconosco. Io ho sempre avuto questo desiderio, anche se per anni per anni ho scelto di reprimere la mia natura. E forse lo avrei fatto ancora a lungo se non avessi trovato Mauro. Lui mi dà sicurezza, serenità, mi arricchisce con la sua presenza, e mi ha aiutato ad accettare i miei impulsi più profondi. Io ho scelto di affidarmi a lui, di mettermi nelle sue mani. Sa che è una grande responsabilità, che non può abbandonarsi all'estasi del momento come faccio io, e questo all'inizio lo ha intimorito, soprattutto considerando la sua inesperienza come spanker. Temeva di farmi troppo male, di non riuscire a interpretare i miei desideri, di calcolare male i miei limiti. Io non l'ho forzato, ma una volta che la cosa è venuta fuori, il nostro rapporto si è evoluto spontaneamente, con molta naturalezza. Ora lui è sereno. Dice che mi vede diversa, più appagata e felice, che il mio modo di rapportarmi con lui e con il mondo è cambiato in positivo. Mauro si sente più sicuro di stesso, più fiducioso nelle sue capacità ... più "uomo". Inoltre la nostra complicità si è intensificata al punto che le persone che abbiamo intorno hanno percepito un cambiamento. La mia migliore amica mi ha persino chiesto qual è il segreto della nostra intesa
L'uncino????? Ohhhh...
A fare tanti bei centrini.
Spanker dentro fuori e tutt'intorno... anche mentre fa la calza o l'uncinetto...
Niente caramelle nella calza... niente cioccolatini...
Cioccolato per me grazie... befano Keith prendi nota!!!
E a Selina caramelle e carbone di zucchero... grazie!!!
Ahimè... io mi posso consolare solo col cioccolato i questo momento...
A me anche qualche mon cherì
Chissà come mai due spankee sono sospettose nei confronti di uno spanker.... mah
Pure quella Keith... sono una spankee di ampie vedute...mo distraggo al solo profumo della pizza
Sulla pizza tt d'accordo...
...per una volta...
Rigorosamente nei cartoni!
Che bel racconto Selina. Ben scritto e molto introspettivo. Apprezzo anche le figure retoriche che hai utilizzato, per esempio le similitudini.
E poi secondo me hai descritto il modo di sentire essenziale della spankee, sempre combattuta tra la volontà di mantenere il controllo e quella di perdersi tra le braccia dello spanker.
Le parti che preferisco:
Una compagna che ancora nn sa camminare e si stringe a te... nn so se hai fatto un buon affare ma procediamo insieme...
Nooooo.... volevo solo dirtelo!! I tuoi commenti sempre puntuali e precisi, la tua capacità di trovare le parole per dire quello che vorrei dire anch'io, le osservazioni brillanti... brava bravissima sempre!
Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.
Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.
Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.
Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.
Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.
Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.
Luca