Ci siamo! Dopo aver girato un po' per il forum e aver letto le vostre esperienze, sento che è il momento di condividere la mia. Spero perdonerete la lunghezza, ma è stato un momento importante, e ho voluto cogliere ogni attimo, ogni sfumatura di quello che è stato l'inizio del mio meraviglioso percorso! Mi auguro di non annoiarvi!
Domenica mattina mi sono svegliata con l’inquietudine che mi velava gli occhi. Un senso d’angoscia, di oppressione, mi avvolgeva la mente come una nebbia densa, confondendo i pensieri in una nebulosa di emozioni contrastanti. Sono stata sgradevole, nervosa. Ogni mio gesto trasmetteva insofferenza. E tu, comprensivo come sempre, hai cercato di guarire il mio turbamento con la tua dolcezza, ma io stavo troppo male per ricambiare le tue attenzioni.
Mi hai invitato a pranzo, ed io ho rifiutato. Mi hai detto: “Amore ti offro un caffè”, e ti ho risposto infastidita “non mi va.” Mi hai portato a fare un giro, ed io mi sono rintanata tra le mura del mio silenzio, che tu hai cercato di penetrare con le gentilezza che ti contraddistingue. E poi sono scoppiata, il pianto mi ha segnato il viso e ho cominciato a lamentarmi di tutto. Lo so che detesti quando faccio così.
Ho continuato ancora, portandoti al limite, finché non mi hai attirata a te, stringendomi nel tuo abbraccio forte. “Ti ci vuole una punizione, almeno lo avrai davvero un motivo per disperarti.” Poche parole, sussurrate appena con le labbra contro la mia fronte. Poche parole che mi hanno gelata, arrestando le calde gocce che mi brillavano sul viso.
“Cerca di fare la brava almeno sta sera”, mi hai detto accigliato, e ho capito che facevi sul serio. Ci ho provato, ti giuro che ci ho provato, ma non ci sono riuscita. Scontante, lontana e insofferente fino all’ultimo. Eravamo con i tuoi amici e non hai detto nulla, ma sapevo che eri contrariato. No, non l’ho fatto apposta, ma non ho saputo trattenere il malessere che mi avvolgeva l’anima.
Il giorno dopo mi sono svegliata presto, più tranquilla e riposata. Mentre andavo a lavoro ti ho mandato un messaggio: “tesoro mio, scusa per come mi sono comportata, non so proprio cosa mi è preso”, ti ho scritto, pentita. Poco dopo il bip del cellulare: “al tuo posto non starei tranquilla, la punizione sarà molto dura.” La tua risposta, breve e severa, mi ha fatto tremare.
Dopo una settimana, le conseguenze delle mie azioni non si erano ancora abbattute su di me. Ho cominciato a pensare che te ne fossi dimenticato, e il sollievo è stato come una rinascita. Ma mi sbagliavo, Dio come sbagliavo.
Una sera eravamo a cena da te. Ridevamo felici, ed io ero serena. Stavi per partire per un viaggio di lavoro, così ti ho aiutato a fare le valige. Mentre piegavo i tuoi vestiti mi sei venuto dietro e mi hai abbracciato, poggiando la testa sulla mia spalla: “come vorrei che potessi venire anche tu. Tre giorni senza di te, riuscirò mai a resistere?”
Mi sono girata e ho ricambiato l’abbraccio, sorridendo contro il tuo petto. “Amore ti divertirai, il tempo passerà in fretta. E poi, quando tonerai, sarò qui ad aspettarti.” Ho sorriso di nuovo, socchiudendo gli occhi con aria maliziosa: “a meno che nel frattempo io non trovi un bel portoricano con cui fuggire”, ho aggiunto poi, sussurrando nella semi oscurità della stanza.
Ho ricominciato a riempire il borsone. Tu eri fermo, dietro alle mie spalle, sentivo la tua presenza che mi sovrastava. “Ah si? Ora che mi ci fai pensare potrei cercare anch’io un’affascinante donzella pugliese con cui trascorrere il fine settimana. Dicono che l’aria del Salento accenda la passione!”
E’ normale scherzare così, per noi che siamo innamorati, complici, amici. Giochiamo, ci prendiamo in giro … ma sta volta è diverso, lo sento nella tua voce.
La valigia è piena. Tiro la cerniera e mi volto a guardarti.
“Tesoro guarda che scherzavo.”
L’ombra di un sorriso ti increspa le labbra: “lo so, ma ho guardato dalla finestra e ho visto i miei uscire di casa. Dato che siamo soli ho deciso di darti adesso una parte del tuo castigo. Così, giusto per ricordarti di fare la brava mentre sono via.”
E poi … non so come, non so perché … mi ritrovo distesa sul letto, a specchiarmi nei tuoi meravigliosi occhi scuri, mentre con una mano mi sollevi le gambe e con l’altra cominci a sculacciarmi. I tuoi colpi sono lenti, languidi, quasi dolci. Non fanno male, bruciano soltanto, irradiando calore sulla mia pelle delicata.
“Non so cosa ti prende, signorina, ma non sei più la stessa. Sei pronta per essere punita?”
Non riesco a parlare, non riesco a muovermi. Ti guardo e faccio si con la testa.
“Ferma così”, mi ordini con un tono che non ammette repliche, e io obbedisco, restando immobile con le gambe sollevate.
Ti vedo chinarti in avanti e tirare fuori da sotto al letto una canna di bambù. E’ lunga e sottile, e cominciò davvero ad avere paura. Vorrei implorarti di non farlo, vorrei giurarti che mi dispiace, che sono pentita e non lo farò più, ma invece me ne sto zitta, contemplando ammaliata la tua mano che mi solleva le mutandine fino alle caviglie per poi sfilarle via, lentamente.
Mi appoggi la canna sulle natiche e cominci ad accarezzarle. La punta disegna cerchi concentrici sulla mia pelle nuda. Cerchi che si intrecciando, si confondono, si sovrappongono, proprio come i miei pensieri che ormai corrono impazziti. L’attesa è insopportabile, dolorosa quasi più dei colpi che tra poco mi infliggerai. Il tempo scorre lento, scandito dai battiti del cuore che ora sento rimbombare fino in gola. Ogni secondo è una martellata che si abbatte su di me, increspando la liquida superficie del mio animo.
Un movimento rapido e guizzante e la canna impatta duramente sulla mia carne. Ancora, ancora e ancora, dipingendo strisce scarlatte sulla pelle.
“Ora mettiti a quattro zampe.”
Obbedisco di nuovo, senza una parola, e tu riprendi a sculacciarmi in questa posizione. Fa male, fa tanto male, ma è bello, bellissimo, sentire che ti prendi cura di me, che mi ami a tal punto da sapermi dare ciò di cui ho bisogno. Sei severo, ma io resisto, mi fido di te e so che quando avrò raggiunto il limite tu lo saprai. In qualche modo lo capirai.
Un colpo più forte degli altri e non riesco a trattenermi. Crollo lunga distesa sopra il letto, affondando le mani nel cuscino. Intrappolo i lamenti nei denti che ora stringo per non gridare. E mentre mi punisci sento qualcosa andare in pezzi. La diga che tratteneva le mie emozioni esplode come un vetro incrinato, e all’improvviso rabbia, frustrazione, inquietudine e dolore non esistono più. Esisti solo tu, con le tue mani dolci e implacabile, ed io che mi offro totalmente a te.
Finalmente ti fermi ed io riprendo fiato. Mi sfiori il sedere con la punta delle dita.
“Va bene così, amore, lo sento scottare.”
Respiro lentamente, godendomi il calore che mi infiamma il corpo.
“Ti darò altri tre colpi con la mano per non aver mantenuto la posizione e poi abbiamo finito.”
Torno a quattro zampe e ti sento sollevarmi pian piano il vestito, poggiandomi il lembo inferiore sulla schiena. Mi chiedi di contare ed io lo faccio, con voce affannata, sputando le parole come se mi bruciassero la lingua.
“Brava bambina”, mi sussurri all’orecchio.
Crollo di nuovo sul letto e chiudo gli occhi, sopraffatta dalla potenza delle emozioni che si agitano in me. Sulle natiche avverto ancora la pienezza della tua mano, cancellata a poco a poco dalla dolcezza della tua bocca che si muove piano sulle mie guance.
Mi chiami bambina, ma è donna che mi fai sentire. Una donna unica, speciale, amata. La TUA donna.
E allora ti bacio, bacio le tue mani dolcemente crudeli, bacio il tuo volto ruvido di barba, bacio il tempio sacro del tuo petto nel quale ritrovo la mia calma. Mi prendi con dolcezza e passione, guardandomi con i tuoi occhi che ora sembrano più limpidi, luminosi come stelle del mattino. La severità che ti induriva la voce è sparita dal tuo sguardo.
Dopo aver fatto l’amore rimaniamo stesi nel tuo letto, nudi e appagati, stretti in un abbraccio che sa di dolceamaro. Ci piace sentire il contatto tra i nostri corpi che si scambiano il calore, ci piace sentire il soffio tiepido dei nostri respiri che si rincorrono fra i capelli. Ci piace restare così, come se fossimo ormai al di fuori del flusso del tempo, come se non esistesse nient’alto oltre all’attimo che stiamo vivendo.
La stanza è quasi buia, ma dalla finestra filtra la luce del tramonto estivo. I raggi della luna che sorge guizzano piano sui miei seni bianchi. Me li sfioro con la punta della dita, fissando il vuoto pensierosa. Te ne accorgi e mi guardi confuso.
“Ti ho fatto tanto male, amore?” La tua voce, bassa e sussurrata, mi risveglia dal torpore in cui sono caduta.
“Si, ma sta già passando.”
“E allora che hai? Ti sei pentita di avermi chiesto di sculacciarti quando ti comporti male?” Mi domandi, scostandomi una ciocca dalla fronte.
Finalmente sorrido: “no, tesoro, sono pentita di non averlo fatto prima.”
Sorridi anche tu e comincio a baciarti di nuovo.
Brava!!!
Grazie Cristallo e grazie Lestat, un sorriso, anche se virtuale, è sempre il dono più bello che si possa fare!
Bello. Emozionante. Sai scrivere bene.
Emotivamente coinvolgente come sanno essere i racconti "dal vero", tratti dalla vita reale, brava.
ciao,
Keith
[quote="Keith"]Emotivamente coinvolgente come sanno essere i racconti "dal vero", tratti dalla vita reale, brava.
Grazie Keith E' stato un momento molto emozionante per me, ha davvero sancito l'inizio di una nuova vita!
Che bello!!!mi sono immedesimata nel tuo racconto...mi sono rivista io con il mio ragazzo
50 sfumature di grigio..is nothing!
(citazione da film anni 80 )
Mi è piaciuto tanto Selina, complimenti e sopratutto...congratulazioni per la vostra storia!!!
Certamente Selina
E continuo a chiedermi come abbia potuto avere successo quel libro
Lo puoi trovare all'ufficio postale accanto alle ricette di benedetta parodi e all'oroscopo...sfoglia a caso per capirne la bassezza.
Comunque,devo ammettere che mi tornò utile per un'esperienza passata....
Scrivici ancora che ci piace!
Complimenti Selina! Un racconto scritto col cuore, in cui riporti l'esperienza vissuta e le sensazioni. Mi pare che il cammino proceda bene
Le parti che preferisco, e che sento anche mie:
Grazie Rosaspina Il cammino procede ... tra alti e bassi, ma procede! Il bello è anche questo no? Crescere insieme, innamorarsi ogni giorno, scoprirsi e riscoprirsi i mille sfumature diverse Che dire, sono davvero felice!
lo credo bene cara Selina, che non torneresti indietro. Fatica dettata da cosa ? Pudori, vergogna, modelli culturali che stigmatizzano ancora lo spanking come disciplina perversa...? Godetevi insieme per tanti anni ancora questa meravigliosa complicità, che vi consente di fruire di una raffinata disciplina, augurandomi ed augurando a tutti i sinceri membri dello spanking di poter godere di altrettanta fortuna
Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.
Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.
Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.
Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.
Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.
Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.
Luca