Mi ero iscritto al forum da diverso tempo, ma sono stato assente per un lungo periodo. Sono rientrato alcune sere fà ed ho scoperto con piacere alcuni cambiamenti, un forum attivo e diversi iscritti nuovi. Mi sono deciso così a postare questo mio racconto scritto tempo fà, che fu anche pubblicato sulla mitica rivista 'Club' (qualcuno se la ricorda ...parliamo dell'era pre internet) nella rubrica 'Mappamondi in fiamme', grazie all'amico Paul stoves, che appunto curava la rubrica.
Si tratta di un racconto di spanking F-m, che è la mia grande passione, come si può facilmente capire dal mio nick
Spero che piaccia, non solo agli amanti F-m, ma a tutti.
Al mare.
Eravamo al mare ormai da una settimana. Bagni, sole, spiaggia, donne in costume, …questa si che era vita. Certo, l’aria marina mi rendeva più esuberante, agitato, e questo aveva fatto si che già per ben due volte, in sette giorni, ero finito di traverso sulle tue ginocchia per essere scaldato a dovere e calmato un po’. La seconda volta, poi, avevi unito all’utilizzo della tua, come sempre, formidabile e pesante mano, già da sola sufficiente a farmi urlare, una ventina di colpi con lo zoccolo che solitamente usavi per recarti in spiaggia. Erano stati solo 20, un assaggio avevi detto tu, ma abbastanza da farmi capire quanto potesse essere dura una sculacciata con gli zoccoli, se data con forza e con lo spirito di infliggere una severa punizione. Avevo già capito : durante il soggiorno marinaro, per rimanere in clima, gli zoccoli avrebbero sostituito, come strumento punitivo, la spazzola, ‘attrezzo’ che normalmente a casa, insieme all’insostituibile mano e al battipanni, utilizzavi per le punizioni.
Quella sera avevamo appena finito di cenare. Stavo lavando i piatti mentre tu terminavi di riassettare la cucina, quando all’improvviso suonò il campanello del citofono. “Chi poteva mai essere che veniva a casa nostra a quell’ora ?” Mi chiesi subito, con un certo timore di fondo che iniziavo a sentire. Questo timore aumentò quando vidi che tu, al contrario di me, non eri per nulla sorpresa e, in tutta tranquillità andasti a rispondere. “Si ..? .. ah, buonasera signora, si, salga pure, l’aspettavo. Ultimo piano.” Dunque tu sapevi chi era, lo sapevi e non mi avevi detto niente. Tutto questo non fece altro che aumentare la mia paura e farmi balenare un certo presentimento terribile, per me, su quanto sarebbe potuto succedere quella sera.
Il mio presentimento aumentò di consistenza quando vidi entrare la signora Anna, quella curiosona ed antipatica della nostra vicina di ombrellone. Era, la signora Anna, un donnone grande e grosso, con due braccia molto forti che avevano attirato la mia attenzione (“chissà come potrebbe sculacciare” mi ero trovato una volta, quasi inconsciamente, a pensare)
“Prego, si accomodi” dicesti accogliendola. “E tu cos’hai da guardare con quella faccia inebetita” proseguisti poi rivolta a me “finisci alla svelta di lavare i piatti, che poi dobbiamo fare, tutti insieme, un certo discorsetto!”
Ora capivo tutto ! La realtà si stava pian piano, ma inesorabilmente, dipanando davanti a me.
Ecco perché, quella mattina, stranamente non mi avevi detto niente quando ti avevo risposto in modo sgarbato. Ed ora mi era chiaro quel vostro parlottare in spiaggia, dialogo che non mi era sfuggito mentre vi osservavo da lontano, nell’acqua, durante il mio bagno quotidiano.
Una punizione serale, una dura sculacciata con l’aggravante che a vedermi prenderle ci sarebbe stata anche la signora Anna, a me oltretutto parecchio antipatica, come ti avevo ingenuamente confidato alcuni giorni prima. Ricordo benissimo come osservava il mio sedere, l’altra mattina, dopo che la sera prima mi avevi sculacciato con l’aggiunta finale della suola dello zoccolo. Mi avevi obbligato, il giorno dopo, a stare in spiaggia con gli slip da bagno, e non con i bermuda come io avrei voluto, in modo che si potesse benissimo vedere l’arrossamento della parte alta delle mie cosce, cosa che, naturalmente, alla signora Anna non sfuggì affatto. Anzi, ora che ci pensavo, la vostra amicizia si era ulteriormente rafforzata proprio da quella mattina. Ed ora eccola qua, in casa, pronta ad assistere di persona, in diretta, ad una mia sculacciata, alle mie urla e magari alle mie lacrime …No, questo pensiero mi fece scattare “Che intenzione hai, zia Bruna eh ?Si può sapere perché è qui da noi questa signora ?” La tua reazione fu immediata “Marco. Ma che modo è questo eh? Maleducato che non sei altro. Già stasera le dovevi prendere, questo tuo comportamento non fa altro che aumentare la dose. Non è vero signora? La qui presente signora Anna è mia ospite, l’ho chiamata io. E’ anche lei un’esperta sculacciatrice e ci teneva molto a vedere di persona i miei metodi per punire i ragazzi maleducati e insolenti come te!” Quindi era proprio come avevo pensato. No, non era possibile. Sculacciato davanti ad un’altra signora. Stavo per ribattere qualcosa ma tu mi bloccasti subito, senza lasciarmi parlare “Ora basta, Marco. Non peggiorare la situazione, è meglio per te. Vieni subito qui !” Avevi ragione. Non potevo fare niente se non peggiorare le cose. Così, a capo chino, mi avvicinai a te, che nel frattempo ti eri seduta su una sedia del tavolo della cucina, con la signora Anna di fronte. Non appena mi ritrovai al tuo fianco, con un movimento veloce e deciso di entrambe le mani, mi abbassasti fino alle caviglie i calzoncini che avevo indosso, lasciandomi nudo dalla pancia ai piedi. Al mare, infatti, abitualmente alla sera non portavo né mutande né slip. Poi ti alzasti, mi afferrasti per un braccio assestandomi un paio di robusti sculaccioni che schioccarono rumorosamente nel silenzio della cucina, mentre mi accompagnavi nell’angolo. “Da bravo. Adesso te ne stai qui nell’angolo, buono buono senza muoverti, con il tuo culetto nudo ben esposto. Intanto che io e la signora Anna ci beviamo il caffè, pensa a quello che ti succederà tra poco, alle sculacciate che prenderai, proprio davanti ad un’altra persona! Ma non ti vergogni, alla tua età, essere sculacciato davanti ad altri ?” Eccome se mi vergognavo, morivo dalla vergogna e dall’umiliazione, per essere lì, con il mio culetto nudo esposto davanti a quella che, a tutti gli effetti era un estranea e, quel che è peggio, tra poco mi avrebbe visto scalciare, gridare e, se decidevi di essere davvero severa, mi avrebbe anche visto piangere. In effetti, pensando a quello che stava per succedere, la vergogna di quel momento mi sembrava niente al confronto.
Quei minuti del vostro caffè mi parvero un’eternità, non passavano mai, anche perché voi due ve la prendevate davvero comoda, senza fretta, pregustando sicuramente quello che sarebbe dovuto succedere. L’umiliazione raggiunse poi il massimo quando la signora Anna cominciò con le sue odiose domande : “E mi dica, signora Bruna, lo sculaccia spesso, questo monello, nonostante sia già così grande ?” “E’ grande si, ma dentro è ancora un bambino, e proprio per questi suoi continui comportamenti si trova molte volte qui, disteso sulle mie ginocchia, a sgambettare e gridare. Si, non passa settimana che le mie mani restino inattive. Poi, da quando siamo qui al mare, sarà l’aria, il clima, ..non so, fatto sta che le ha già prese due volte in una sola settimana. E quella di stasera sarà la terza. Eh si, penso proprio che stasera dovremo proprio dare una sculacciata esemplare al nostro Marco, non è vero signora Anna ?” Dovremo ? Perché avevi usato il plurale? Che cosa avevi in mente ? Un altro orribile presentimento mi attraversò la mente, non certo confortato dalle successive parole della signora Anna “Lo penso davvero anch’io, Bruna cara. I ragazzi indisciplinati come il tuo Marco conoscono soltanto un sistema per calmarsi, e smettere di essere esuberanti, prepotenti e maleducati come sono di solito. Poi, quando sono al mare perdono del tutto il controllo, come se cambiare ambiente concedesse loro il permesso di comportarsi in modo diverso da come li abbiamo, a fatica, abituati quando sono a casa. Come ti dicevo, anch’io, anni fa, quando venivo al mare, avevo il mio bel da fare con i culetti del mio Massimo e della mia Valeria. Quante sculacciate che ho dato mentre eravamo al mare, e, a volte, ha usato anche lo zoccolo, proprio come mi hai detto che fai anche tu, cara Bruna, anche se ti assicuro che la mia mano era, anzi è, sufficiente a far piangere e gridare anche il più resistente dei ragazzi !” Un brivido percorse la mia schiena, nell’udire le ultime parole della signora Anna. Non ebbi però più il tempo di pensare e tormentarmi, perché il tuo ordine arrivò subito dopo “Marco, vieni subito qui!”. Camminando a fatica e goffamente, con i piedi impediti dai calzoncini rimasti alle caviglie (sapevo infatti, pena un aumento di dose di sculacciate, che tu non volevi assolutamente che mi liberassi da solo e completamente de calzoncini) e le mani che cercavano di coprire il mio membro, in stato di semi erezione, arrivai al tuo fianco. Nel frattempo avevi posizionato la sedia proprio nel mezzo della cucina e mi aspettavi seduta, con il tuo vestito, un pezzo unico, leggero, da mare, molto aderente, che fasciava in modo perfetto il tuo solido e robusto ‘lap’, lasciandoti però scoperta la maggior parte delle cosce. Ecco, la vista del tuo grembo aveva la capacità, come sempre, di rendermi nello stesso tempo eccitato, per l’idea di distendermi di traverso, e timoroso, per l’imminente punizione che stava per arrivare.
“Via quelle mani!” Mi intimasti, obbligandomi a tenere le braccia distese lungo le gambe, e quindi esponendo in bella vista le mie parti più intime. Notai infatti, quasi subito, che la nostra vicina d’ombrellone mi lanciò uno sguardo compiaciuto e divertito. “Su Marco, da bravo, non ti devi mica vergognare di me. Sapessi quante volte ho visto le parti intime di mio figlio, proprio mentre era come sei tu adesso, di fianco a me, in attesa di distendersi sulle mie ginocchia per ricevere la sculacciata che si era meritato !” La vergogna e l’umiliazione erano oltre ogni limite, e quando ti battesti i due soliti colpetti sulle tue cosce, il nostro segno convenzionale che potevo distendermi, quasi mi ci buttai di traverso, tanta era la voglia di sottrarmi a quell’indecorosa esposizione. Ben presto, però, mi accorsi che le mie preoccupazioni dovevano andare in ben altra direzione, altro che far vedere il pisello ad un’estranea. Infatti, dopo la tua solita ramanzina che precedeva ogni punizione, desti inizio alla sculacciata. Sarà che ero davvero meritevole di una dura lezione, sarà che sicuramente non volevi sfigurare davanti ad un’altra sculacciatrice esperta come la signora Anna, mi resi subito conto che stavi sculacciando con una forza ed un’energia incredibili, come raramente ricordavo. Colpivi lentamente, ma con ritmo metodico e costante, alzando la mano ben oltre la spalla e lasciandola ricadere sul sedere con estrema violenza, alternando meticolosamente una natica dopo l’altra.“Ciac .. ciac … ciac … ciac …” per un po’ nella stanza echeggiarono soltanto i rumori dei tuoi poderosi sculaccioni, accompagnato da qualche mio piccolo gridolino o sospiro. Mi ero, infatti, molto ingenuamente posto come obiettivo, di resistere il più possibile, di cercare di far di tutto per non piangere davanti alla signora Anna. Dopo però una cinquantina di colpi assestati con tale forza, mi resi conto che sarebbe stato difficilissimo, se non impossibile, mantenere questo mio proposito, soprattutto se le tue intenzioni erano quelle di continuare la sculacciata con questa intensità. E lo erano proprio ! “Ciac … ciac … ciac… ciac…”.Cominciai a muovermi sempre di più, ad agitare ed alzare la testa, a sgambettare con le gambe, tra l’altro sempre impedite dai calzoncini alle caviglie, a lanciare degli urli, delle grida di dolore, dolore che stava diventando, lentamente ma inesorabilmente, sempre più insopportabile. Persi il conto degli sculaccioni, 200, 300, l’unico mio pensiero era la sensazione di male terribile, di fuoco che bruciava, concentrato sul mio sedere, con questo ritmo costante e forza incredibile che mi facevano impazzire. Poi, proprio mentre stavo urlando senza più alcun ritegno, e sentivo le lacrime che stavano per uscire, all’improvviso accelerasti la velocità, senza però diminuire la forza, e cosa ancor più terribile, concentrando raffiche di sculaccioni in parti ben determinate del sedere. Tutto questo mi fece crollare definitivamente, facendomi gridare senza assolutamente più alcun ritegno e piangere disperatamente. Come degna conclusione di questa epica sculacciata ti concentrasti su quella zona, estremamente delicata e sensibile, tra il sedere e la parte alta delle cosce. Due raffiche terribili di oltre una ventina di sculaccioni ciascuna, mi fecero letteralmente ‘saltare’ e andare in ‘break down’ (come dicono gli inglesi) senza più che fossi in grado di esercitare il benché minimo controllo su me stesso, sulle mie urla ed i miei movimenti, convulsi e disperati. Altro che vergogna per la presenza della signora Anna, in quel momento quello era l’ultimo dei miei pensieri, anzi non ci pensavo nel modo più assoluto. Quella malefica vicina. Aveva stimolato sicuramente il tuo orgoglio di sculacciatrice, tanto da farti trovare una forza incredibile, probabilmente superiore ad altre volte, nonostante già in passato la tua mano era riuscita a ridurmi alle lacrime.
Dopo quelle due terribili raffiche, comunque, la sculacciata terminò. Mi tenesti, come sempre, ancora per alcuni minuti di traverso sul tuo grembo, mentre le mie convulsioni terminavano, poi mi aiutasti ad alzarmi. Non osavo pensare in che condizioni potesse essere il mio sedere. Quando fui in piedi, con la vista ancora annebbiata dalle lacrime, me lo toccai delicatamente, sentii infatti in calore pazzesco, tanto che ritrassi con forza le mani. “Su su, è finita Marco, da bravo, è finita. Adesso mettiti ancora qui nell’angolo, mentre io parlo con la signora Anna!”.
Così, con il viso contro il muro ed il sedere bollente che bruciava oltre ogni immaginazione, ben esposto alla tua vista ed a quella della signora Anna, terminò quella che ricordo come una delle più terribili sculacciate manuali che tu mi abbia mai inflitto.
Un racconto coinvolgente e ben scritto. La situazione è lontana dalle mie fantasie, però chi predilige lo spanking F/M sicuramente apprezzerà di più. Ma sai che all'inizio pensavo che la donna fosse una fidanzata o moglie? Poi ho letto "zia Bruna" e mi sono venuti in mente Tom Sawyer e zia Polly. Immagino che avrai letto il libro decine di volte... Unica cosa: non mi è molto chiaro il motivo della punizione. Cioè si parla di esuberanza, di aria di mare che toglie il controllo, però secondo me per dare un brivido in più manca la motivazione. Perché il ragazzo viene punito? Comunque bravo!!! Certo che prenderle con lo zoccolo deve essere tremendo
Ciao Marco,
confermo la buona impressione e il giudizio positivo espresso da Rosaspina: un bel racconto, ben scritto, una situazione - quella del "terzo incomodo"?! Chiamiamolo così - spesso discussa ma che intriga le fantasie di tanti/e, quindi una bella lettura per chi ama il genere f/m, forse poco presente nella nostra sezione letteraria, ci voleva insomma!
ciao,
Keith
bellissimo racconto
concordo anche io con rosaspina, pensavo fosse la ragazza/moglie, ad ogni modo ottimo racconto!!!
Dopo settimane senza postare.
Dopo un sabato senza un singolo post di chicchessia sul nostro forum.
Dopo lo scoccare dell'anniversario di -questo- post...
Copio/incollo
http://pensaesogna.blogspot.it/2013/02/ ... igine.html
Piacevoli, specie quando ben scritti, i racconti f/m.
Questo giocato molto sull'aspetto psicologico e dell'umiliazione. Bello!
Attento Keith, ahimè hai ben ragione. Pensando di postarlo come nuovo TH, l'ho erroneamente accodato come commento all'ultimo racconto; resomi conto solo ora. SE possibile chiedo ad un admin di spostarlo, per una questione di pertinenza e ordine.
Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.
Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.
Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.
Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.
Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.
Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.
Luca