Mi sento lontana.. non so perchè..
Le mie mura sono risorte dalle macerie e si sono erette di nuovo tutt’intorno a me.
E io mi sono accucciata nella loro familiare solitudine.
Mi fanno sentire inavvicinabile, indipendente, bisognosa di nessuno.
Hanno fatto tutto in silenzio e ora non serverebbe nemmeno gridarti aiuto perchè tu possa sentirmi.
Arrivo da te, che apri le braccia e mi accogli. Premo il volto contro il tuo petto e inspiro profondamente.. voglio che il tuo profumo mi impregni dall’interno: percorre il mio corpo e scuote lievemente la roccia dentro di me.
Andiamo verso la tua macchina, io ti cammino dietro, mantengo una certa distanza.. sento i miei meccanismi di difesa tutt’attorno, come uno scudo invisibile.
Sorrido timidamente, mi guardo intorno smarrita.. rimango qualche passo dietro, nella speranza che tu allughi un braccio e mi tiri a te... sono distante, te ne accorgi?
Arriviamo a destinazione.. Il ragazzo alla reception ci squadra entrambi, incuriosito. La camera è un po’ troppo vicina...
Entriamo. Mi stai raccontanto un episodio buffo, ridiamo.. forse è passato? Mi sento meglio?
C’è del silenzio.. sai che ti vorrei dire qualcosa, ma non ci riesco.. parliamo ancora un po’, la mia agitazione aumenta...
Vorrei riuscire a rilassarmi, vorrei ritornare indietro da qualunque posto ora mi trovi.. vorrei essere di nuovo me...
No, non voglio spogliarmi.. sento freddo.. sono fredda..
Mi lascio avvicinare, portare sulle ginocchia, il pavimento mi precipita in faccia.. sono qui? È il mio luogo sicuro? Voglio che lo sia! Perchè è così difficile??
Non è la solita sculacciata che entrambi desideriamo ardentemente, non è nemmeno quella del “perchè è così”, nè quella carica di paura mista ad eccitazione, quella che ti toglie il fiato e ti fa sentire il cuore in gola...
Cominci a colpirmi con la mano, colpi precisi, forti.
Risuonano dentro di me e qualcosa si smuove.
Afferri i miei pantaloni e con un movimento netto li abbassi, “E’ difficile vedersi così poco”, dici mentre mi colpisci forte nella piega tra la natica e la coscia.. “Ao!”..
“Mi sei mancata”, ma non ho il tempo di assorbire quelle parole che un altro colpo cade forte dall’altro lato.
Non dico niente, ma sento la tua voce, sorrido.
Ti fermi, con una mano sul mio sedere, ti allunghi a prendere qualcosa dallo zaino.
Io non mi volto, poi lo sento cadere forte proprio in mezzo. “Porca quello stupido coso fa male!” penso, mentre fai cadere il paddle diverse volte su tutto il sedere, senza pause.
Mi divincolo un po’, sposto il peso da un lato e dall’altro, cerco di assorbire i colpi, tu non parli.
Smack! “Ao! Fa un sacco male questo coso! E fa anche troppo rumore!!”
“non ci sente nessuno”, rispondi. Smack! “Sì, invece –smack! – il tipo della – smack! – Ao! – reception... – Ao!!”
Appoggi il paddle, ti sento ravanare nello zaino.. una sferzata mi colpisce su tutto il sedere di traverso, trattengo il respiro e strizzo gli occhi.. “Ahia!”
“Questo almeno non fa rumore, va meglio?” chiedi divertito.
Cadono tanti colpi, troppi.. mi attacco alla tua gamba con una mano, premo il viso contro l’altra..
“Oggi li senti particolarmente, eh?” Swoosh! “Sì... li.. Ahia! Li.. sento un sacco...”
Respiro velocemente ora, il sedere mi brucia da morire, mi attacco con più forza alla tua gamba... metto una mano sul sedere e tu la prendi nella tua.. la stringi con dolcezza..
“Oggi non riesco a concentrarmi...” Swish! Ahia!! “lo so... lo sento”... Non ce la faccio.. sto combattendo il dolore e non riesco a lasciarmi andare... se solo... Ao! Porca.. che male!!
“Sh.. sono qui.” Stringi la mia mano con più forza e all’improvviso... smetto di strizzare gli occhi, riapro la mano lasciando andare i tuoi pantaloni... rilasso i muscoli e poi... eccomi... Sono tornata! Sono con te.. Sono felice... E sono di nuovo me.
A Indo e il suo spanker, mi potete dare il nome dell'hotel? poiché se non sente nessuno deve essere ideale anche per me...
Grazie Rosaspina.. è stato straniante.. ma l'importante è ritrovarsi.
Complimenti indomabile,
per la spontaneità, si sente che sono pagine, istanti e frammenti di vita vissuta... anche se non sono il fortunato co-protagonista della storia
ciao,
Keith
il mio sogno è trovare un albergo riservato a spanker e a spankee
Ogni tanto anche uno spanker merita di sentirsi dire queste cose e andarne fiero
Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.
Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.
Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.
Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.
Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.
Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.
Luca