Come al solito, ci siamo presi appuntamento nel fine settimana. Io sono già lì da 10 minuti alla fermata della metropolitana. Finalmente arrivi e voli sopra i tornelli. Un angelo d’oro caduto, come sempre lo sei nella mia iride.
Ci abbracciamo come se fosse la prima volta. Invece è l’ultima.
Ti bacio: uno sulla guancia, una sulla fronte e una sulla bocca. Uno solo non può mai bastare.
Sei la mia bambina, afferro la tua mano e ti porto al cancello di casa mia, non facciamo discorsi prolissi, su di noi veglia solo il vento e il silenzio.
Al portone di casa mia ho già il fiatone, ma non per la fatica. E la nervosa mano del castigo a stento riesce a girare la chiave del portone.
Me l’hai combinata grossa, piccola. Conosci già cosa ti aspetta e sai che non basterà un pomeriggio.
Stiamo felicemente insieme, l’atmosfera di cristallo si scioglie. Ma te sei qui anche per altro.
Con la mano ti lascio sola nella piccola e buia stanza; davanti a te una seggiola spartana ma che ha visto il tempo scivolare sulle sue fibre di legno appassito.
Devo ragionare, devo essere giusto. Bevo dell’acqua che successivamente ti porterò perché ti voglio bene e lo sai. Prima però inizio a visualizzare cosa può tornarmi utile e al continuo della paternale appena accennata pochi istanti fa.
Ci sono, senti arrivare i miei lenti passi, hai le mani dietro la testa e le tue spalle s’irrigidiscono per mostrarmi le ali. Attraverso il portale e lo chiudo.
Non riesci a stare ferma in piedi, dondoli come una foglia d’autunno e questo mi piace. Siamo fianco a fianco. La mano dopo un breve attimo inizia già a farmi male. Sollevo il vestito, alzo lo sguardo, mi rimbocco le maniche e la tua pelle geme. L’accarezzo, voglio toccare il tuo orgasmo e ungermi il palmo del tuo sudore. Lentamente scendo dal collo al luogo dei miei dolci sospiri. La mia mano deve continuare, il dolore si fa più acuto e assordante, colpo dopo colpo. Tu non respiri, non parli non ti muovi e il mio cuore esplode. Le piccole ossa chiedono pietà, i polpastrelli sono infuocati e il polso inizia a cedere.
Ti bacio sulla fronte e ti guardo negli occhi, mi sorridi e non esiste alcun canto lirico di gioia che possa celebrare la felicità che provo in quell’attimo. Mi siedo davanti a te, è l’invito a cadere sulle mie ginocchia.
La mano si atrofizza, cerco di spostare il dolore invano ma resta dentro al cervello e riscalda i neuroni. Mi piace. E’ uno scambio equo. Ma l’orologio mi suggerisce di tirare giù il tuo provocante tanga medagliato di piacere, gli occhi osservano e notano un pallore non uniforme affiorare di sobbalzo. Ci vuole qualcosa di preciso, non bramo macchie bianche, la tela va completata, tutta. Il polso, ormai andato in pensione, indica una spazzola di plastica dalle piccole dimensioni. Poi una dalle grandi dimensioni. E il tuo silenzio mi preoccupa.
Ti faccio appoggiare a un tavolo e mi tolgo la cintura. Ma la spazzola grande non ha finito il suo dovere. Con un gesto indico dove mettere i tuoi nudi piedi. Sopra i miei ricoperti di pelle. Siamo in un abbraccio. Sento il tuo respiro, caldo su di me. Ti stringo forte, lo faccio per il tuo bene.
Complimenti Mastro,
letto adesso, ho notato una scelta simbolica di certi termini in passaggi importanti della storia, a tratti "malinconica", ma sempre intensa e [i:1vt0y0wy]sentita[/i:1vt0y0wy].
ciao,
Keith
Bellissimo e intenso, come forse solo il velo di malinconia poteva riuscire a rendere..
Grazie per averlo condiviso.
Che tenerezza mi fai, M4stro! Ti perdonerei quasi la caduta di stile della spazzola di [i:2eosoa1m]plastica[/i:2eosoa1m]!
Ovvio, il legno è materiale nobile, la plastica è volgare!
Bellissimo!
ah, ho sempre desiderato che il mio ex spanker scrivesse qualcosa su di noi, ma forse nn ero così importante.. cmq vabbè! nn si può cavare il sangue da un rapa!
Patty una cosa sono i racconti e un'altra le esperienze, le emozioni provate. E non solo in pubblico ma con la spankee/slave stessa.
Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.
Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.
Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.
Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.
Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.
Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.
Luca