Il preambolo per arrivare al finale di questa storia è davvero lungo.
Cercherò di dettagliarlo il meno possibile, dunque. Mi rendo conto ora che ho finito di scrivere che non ci sono riuscita e che, come al solito, mi sono un po' persa nella prosa (vista la foga con cui ho scritto, chiedo anche scusa se il discorso non dovesse essere lineare e per eventuali orrori ortografici)
Eravamo tanto piccoli, a pensarci ora. Giust’appena maggiorenni, tanto passionali ed innamorati senza volerlo ammettere.
Ci conoscemmo un po’ per caso, nell’ultimo anno di liceo, tramite un amico comune. Io lo trovai subito bellissimo e lui.. Non so onestamente cosa pensasse di me.
Lui era tanto impegnato, in una storia che non lo gratificava ma dalla quale non riusciva ad uscire. Io pure.
Trovammo probabilmente, l’uno nell’altra, una sorta di specchio tramite il quale fare chiarezza dentro sé stessi. Parlavamo tanto io e lui. E io mi sentivo compresa ed innamorata, tanto da trovare il coraggio di chiudere una storia che doveva essere chiusa, tanto da trovare il coraggio d’abbandonare il campo platonico, e fare la prima vera mossa nei suoi confronti.
Io, avevo trovato il coraggio. Lui si era fatto trascinare dal mio coraggio, ma non ne aveva avuto altrettanto.
Come successo a tanti.. Mentre io avevo preso la mia decisione, lui continuava ad oscillare e a non prenderne nessuna.
Perché lei non l’avrebbe potuta lasciare mai, insomma, lei lo amava così tanto. Mentre io, beh, come potevo dire di amarlo se fino a l’altro ieri stavo con quello che con lui non ha nulla a che vedere? E poi insomma, lui è il primo ragazzo per lei.. Ci vuole tatto, non può certo chiudere tutto da un giorno all’altro.
E tante altre cose, che ora non ricordo.
Ed io, potrei inventare tante scuse ora.. Ma la verità è che, semplicemente, lo lasciavo fare. Io c’ero. Qualsiasi cosa lui avesse deciso o voluto, io c’ero. E per lui avrei fatto tutto.
Continuammo per mesi questo gioco a tre, ma con la terza persona inconsapevole di tutto.
Non ricordo bene come cominciò a degradare ulteriormente il tutto, come entrammo nella losca spirale del: vince chi fa più male all’altro.
Io cercavo di farlo impazzire, ocheggiando con chiunque.
Lui cercava di fare impazzire me, raccontandomi di quanto ora il rapporto con lei fosse sublime.
Entrambi riuscivamo nell’intento, entrambi non l’avremmo mai ammesso.
Poi un giorno, il declino.
Un amico comune compiva gli anni, ed invitò tutti alla sua festa.
Chiesi al mio malefico innamorato se alla festa avesse intenzione di andarci da solo, oppure con lei.
Mi giurò che sarebbe stato solo, disse anche che il nostro gioco stava diventando pericoloso e che avremmo dovuto probabilmente fare chiarezza, una volta per tutte. E che sperava potesse essere l’occasione adatta.
Quando arrivai alla festa fu la prima persona che vidi… Lei, abbracciata a lui. Io trattenni a stento le lacrime. Lacrime di rabbia più che di disperazione. O forse di orgoglio ferito. Possibile che mai, nemmeno una promessa fosse in grado di mantenere?
Non riesco a dilungarmi con la prosa in questo momento e nemmeno con le sensazioni. Quindi proseguo con tutta la crudezza del caso.
Andai a letto con uno dei suoi più cari amici, per ripicca. Stando bene attenta perché lui ci vedesse dapprima baciarci e poi scendere insieme nello stanzino con letto (ma sì, chiamiamolo pure trombodromo, tanto tipico in una festa di liceali ).
Quando risalii le scale, insieme al mio nuovo amichetto, per tornare alla festa e godermi la sua rabbia qualcosa mi sorprese. Lui si stava rivestendo.. In procinto di andarsene con la giacca già mezzo infilata, mi rivolse uno agghiacciante, nel senso proprio che mi ghiacciò. Ancora oggi quando ci penso, mi sento gelare le ossa.
Non era solo arrabbiato era.. Spezzato. Il suo cuore, il mio, la sua anima, quella di lei, quella dell’altro, la mia.
Insomma, nel mio gioco losco, cercando di guarire il mio orgoglio, ero riuscita a fare ciò che di peggio potessi fare in assoluto.
Mi disse solo: Ti porto a casa, se non vuoi rimanere.
Non salutai nessuno, nemmeno il povero tizio che avevo usato per sentirmi meglio (sentendomi però solo peggio), non chiesi nemmeno dove fosse andata lei, né cosa fosse successo durante la mia assenza.
Lo seguii, senza dire una parola.
Durante il viaggio gli chiesi di dirmi qualcosa, lui mi guardò duramente. Piangeva, senza un singhiozzo né mezza moina, piangeva in tutta la sua fierezza. Mi disse solo “comunque ci siamo lasciati, e non l’avevo invitata io”
Piansi anche io.
Arrivammo poi nei pressi di casa mia, in un parcheggio nel quale eravamo soliti stare quando veniva a visitarmi. Un parcheggio vicino al nostro bosco preferito.
Parcheggiò e poi scese dalla macchina.
Scesi anche io.
Ci guardammo a lungo.
Si avvicinò a me e prese le mie braccia e me le fece appoggiare sul lato della sua auto.
Io ero inerme, creta nelle sue mani, avrebbe potuto tirare fuori una pistola ed io sarei stata lì, a guardarmi morire senza battere ciglio.
Non so cosa mi aspettassi, credo, che mi aspettassi sesso. Ma di quello senza amore, insomma.. Che lui mi prendesse con forza e senza sentimento apparente. Oppure mi aspettavo urla ed insulti, qualcosa di cattivo insomma che compensasse la cattiveria fatta da me.
Mi abbassò i pantaloni.
Io chiusi gli occhi.
Sentii lui sfilarsi i suoi.
Credevo.
Sentii un dolore improvviso e fortissimo al mio deretano , quasi fuoco, mi girai incredula per capire...
Non si era tolto i pantaloni!
Si era tolto la cintura! E ora stava prendendo a cinghiate il mio sedere.
Non smetteva.
Un secondo colpo.
Non so perché non lo pensai pazzo, non urlai e non scappai, probabilmente perché mi sembrava una cosa cattiva abbastanza da compensare alla cattiveria mia, mi sembrava avesse scelto una buona soluzione per rendermi il male che gli avevo fatto, e basta.
Inoltre quei colpi non erano davvero dolorosi, per quanto facessero tremendamente male. Un po’ come se non fossi realmente io, quella là, e non fosse realmente lui, quello là. Una finzione letteraria in cui tutto si risolveva così, con metodi sicuramente poco comuni.
Sempre senza dire una parola, un terzo. E poi un quarto.
Mi voltai per guardarlo negli occhi, volevo capire cosa stesse provando. Ancora rabbia? Perché tutto questo era così imbarazzante e inaspettato ma in un qualche modo anche giusto ed eccitante? Stava provando le mie stesse sensazioni? Ma cosa, e come, gli era venuto in mente?
Lui mi costrinse nella mia posizione iniziale.. Premendo con una mano sulla mia schiena. Io non mi opposi.
Ancora un colpo. E questa volta, mi sentivo bruciare. Questa volta, gridai!
E poi continuò così, potrei dirvi che fu per mezz’ora ma forse furono solo cinque minuti.
Non saprei ricontarli ora, quanti furono. Non credo un numero infinito.
Calore, stupore, eccitazione, liberazione, espiazione, e soprattutto.. Ancora eccitazione, mi annebbiavano la mente. Penso che davvero in quegli ultimi minuti entrai in uno strano stato di trance, per cui ricordo solo le mie sensazioni e non la realtà. Quasi come essere in un sogno, ma da svegli.
Mi riportò alla realtà un rumore. Non era più il fruscio della sua cintura in aria, ma il rumore di questa che cadeva a terra
Mi girai, e lo vidi tremante, con gli occhi pieni di lacrime. Quasi traumatizzato.
Lo abbracciai.
Ci baciammo.
Facemmo e rifacemmo l’amore lì, in piedi ed appoggiati alla sua macchina. E nonostante avessi solo 18 anni credo di ricordarla ancora oggi come una delle esperienze più forti della mia vita.
Perché ci ripenso ora, se questa storia è accaduta anni fa?
Beh come dicevo nella presentazione, un po’ questa storia è stata accantonata siccome la persona stessa lo è stata (ho dovuto).
Ora succede che costui ritorna nella mia vita, un po’ per caso, un po’ prepotentemente.
Succede che poi un giorno guardando un film insieme io comincio a criticarlo (il film, non lui) perché cinematograficamente parlando sono molto snob. Lui scherzando dice di finirla, che sono insopportabile quando critico ogni dettaglio e poi dice una frase come “ perché poi lo sai, sono capace di punirti sul serio”, una frase giocosa e scherzosa, che fa riaffiorare non solo il ricordo di quella notta ma pure tutte le sensazioni.
Ora io non so
Forse è un gioco fra di noi, che ha senso di esistere solo con lui. Il nostro modo malato di risolvere situazioni malate.
Oppure è effettivamente un desiderio più profondo, un fantasma insomma, che dovrei lasciare più libero per capircene di più.
O forse solo, come dicevo nella presentazione, che esperienze forti non si possono dimenticare e basta, dunque è normale che io ci ripensi.
Leggendovi mi pare di capire che lo spanking è tutt’altro che un mero gioco erotico, ma quasi un vero e proprio stile di vita.
Non lo so, ma non penso che ad oggi ne sarei pronta (né penso di desiderarlo inconsciamente, ma non si sa mai) soprattutto perché non credo mi succederà mai di (af)fidarmi così completamente a qualcuno che non sia io.
Beh, principalmente volevo condividere quest’esperienza che è già un passo avanti siccome fin’ora l’ho raccontata ad una persona soltanto . Se già nessuno riusciva a comprendere la nostra “storia” dubito possano comprendere questo particolare episodio. Ecco perché sono andata alla ricerca di gruppi specializzati, fra i quali voi mi siete sembrati i più “aperti”
Vediamo che dite ora, e se si è capito qualcosa
Reb, innanzitutto benvenuta.
Scrivere a delle persone celate dietro ad un computer può risultare più semplice, ma questa tua esperienza così intima non dev'essere stata facile da condividere, quindi ti ringrazio.
Hai raccontato con grande vividezza, sentimento e sincerità non soltanto l'episodio, ma tutto il corollario di sensazioni legate a quel periodo.
Mi ha colpita molto questa frase:
Mmmm dalla tua storia mi sa che conosco il lui protagonista...
Per caso sei di una città dell'Emilia Romagna? Mi sono tenuto largo con questa domanda per evitare di infrangere la privacy altrui; è solo per capire se quello di cui parli lo conosco anche io Perché un emiliano mi ha raccontato una storia simile...
Scritto molto bene, ti sei dimenticata qualche parola ma si capiva. Un abbraccio a presto.
fortunella: vivi, vivi, vivi..................
No. Non sono emiliana.
Però penso che se lo fossi, non sarei contenta di essere stata scoperta. Probabilmente sparirei senza dire più nulla.
Ringrazio indomabile ribelle.
Scriverlo ho cercato di scriverlo come se non dovessi mai farlo leggere a nessuno. Oppure come se fossi già famosa. Più difficile è stato premere effettivamente il tasto invia.
Direi che nel mio caso ero inconsapevole ma non davvero inconsenziente.
Valentino
Certo che mi farà piacere leggere il tuo racconto.
In realtà io e la persona in questione abbiamo continuato a farci soffrire molto, ma quello rimane l'unico episodio.
Se sei stata scoperta, scappare non porta a nulla, la realtà va affrontata in tutte le cose. E' un consiglio spassionato il mio.
Ciao Reb...hai gia' detto di non essere tu la persona in questione non hai bisogno di stare sulle difensive
Pero' una cosa mi incuriosisce...perche' dovrebbe scappare la persona in questione? Dal racconto si evince che e' stata una bella esperienza da voler rivivere in tutto questo non ci vedo nulla di male
Non ci sono riferimenti diretti a luoghi o persone e quindi il tuo anonimato rimane tale...se poi il tuo racconto ricorda una vicenda simile...beh puo' capitare
Quindi stai tranquilla e goditi il forum
Cara Reb,
capisco il desiderio di non comunicare i personaggi e i dettagli della storia, ma solo la tua sensazione a riguardo.
Lo capisco e lo condivido quindi la mia esperienza in proposito cerco di condensarla solo nella riflessione per passarti l'informazione.
Prima di diventare una spanker consapevole, ero ancora minorenne, mi è capitato di voler prepotentemente sculacciare la ragazza che amavo. Un desiderio nato dall'inconscio e che allora mi ha molto spaventato.
Non stava funzionando nulla fra noi e non riuscivamo a comunicare e ci ferivamo in ogni maniera, quello suggerito dal mio inconscio forse sarebbe stato l'estremo tentativo di salvare il nostro rapporto.
A distanza di 23 anni mi pento molto di non averlo fatto.
Detto questo i rapporti possono non funzionare, o smettere di funzionare anche con settimanale dose di sculacciate/cinghiate/cane/paddle/ecc. aumentabile a piacere.
Esperienza provata anche questa.
Quindi le sculacciate/cinghiate/ecc. sono una cosa che attiene al contorno, non all'essenza della relazione. Un contorno piccante e saporito!
E' questione di gusti. Io non sopporto il pepe, il peperoncino, la paprika, la senape e il rafano... non li uso mai quando cucino, ma non riesco a pensare ad una relazione in cui non possa allungare le mani sul fondoschiena della mia donna.
Non riesco ad ammirare una donna senza desiderare di vederla arrossire sulle mie ginocchia.
Il mio consiglio è provare a prendere un'altra volta e vedere che sensazioni ti nascono.
Buona fortuna!
Ciao Reb,
letto adesso il tuo racconto, o meglio dire, esperienza-confessione, si [i:1hdyyawz]sente[/i:1hdyyawz] che è reale ed ha ragione di essere in questa sezione del forum; è coinvolgente, se l'episodio narrato ti è tornato in mente in questo periodo è certo perché sei tornata a frequentare quella persona, ma soprattutto perché entrambe, a quanto pare, lo portate [i:1hdyyawz]dentro[/i:1hdyyawz] impresso in maniera tanto profonda tale da desiderare di riviverlo, uguale o diverso, chissà, ma insieme...
ciao,
Keith
Ciao Reb, benvenuta.
io penso che tu non sia spankee (te ne saresti accorta) ma che l'emozione sia legata al forte rapporto che c'è tra voi.
Dici che lui è tornato ma non sembri felice, forse non è cambiato il motivo per cui l'avevi lasciato. Lui probabilmente ha voglia di rivivere anche lo spanking ma ho l'impressione che non ecciterebbe te, forse lo colleghi a quella notte che in qualche modo resta un ricordo anche amaro. Tu non ti sei mai perdonata ma lo Spanking non è espiazione e stando le cose come ci hai raccontato è discutibile sì la tua scelta per vendicarti ma del resto lui non aveva mostrato coerenza e decisione.
Chissà poi come è andata a finire...
Complimenti, molto bello
A proposito di bellezza... erano più belle le farfalline.
Anche se anche il girasole non è male.
Il fotografo è lo stesso?
Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.
Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.
Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.
Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.
Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.
Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.
Luca