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Una brutta giornata

Avviato da spankygirl il 10/11/2012 alle 14:02

Una brutta giornata

spankygirl (14 post, compleanno non disponibile)

E' la prima volta che scrivo un racconto di spanking...spero che vi piaccia!
Era uno di quei giorni.
Aveva imparato a riconoscerlo dal modo in cui la infastidiva il suono della sveglia. Stava sdraiata nel letto a guardare il soffitto cercando un modo di calmarsi prima di iniziare la giornata, ma non funzionava mai.
Uno sguardo veloce all’orologio le confermò che aveva ancora qualche ora prima che lui tornasse dal lavoro.
Svogliata scese dal letto e, senza preoccuparsi di tirare su le lenzuola, si diresse in cucina per preparare il caffè e, nell’attesa si fece una doccia sperando che la aiutasse a calmarsi.
Niente sarebbe andato per il verso giusto, se lo sentiva. E come tutte le profezie che si auto-avverano, la giornata iniziò nel peggiore dei modi.
L’acqua si rifiutò di scaldarsi e dopo qualche minuto di doccia ghiacciata e un’infinità d’imprecazioni, tornò in cucina ancora borbottando contro l’ingiustizia del mondo. Avvicinandosi ai fornelli si accorse che metà del caffè era fuoriuscito sporcando la superficie candida della cucina. Troppo arrabbiata per godersi quel che restava della bevanda, si limitò a gettare con stizza la caffettiera nel lavandino senza neanche provare a pulire la macchia.
Era uno di quei giorni in cui sembrava che l’intero universo si fosse rivoltato contro di lei.
Cercando un modo di far passare il malumore, si vestì in fretta e in pochi minuti uscì di casa.
Pessima idea.
Rumore e confusione la circondarono appena mise piede sul marciapiede. Sconosciuti continuavano ad urtarla senza nemmeno una parola di scusa, lei alzò il volume dell’mp3 cercando di ignorare ogni cosa.
Camminò senza metà fino a quando i pugni chiusi nelle tasche della giacca si rilassarono, ma proprio a metà della sua canzone preferita, quando si era convinta che forse quella giornata sarebbe migliorata, l’mp3 decise di abbandonarla e si ritrovò nuovamente circondata dal rumore.
Senza nemmeno fermarsi a pensare, entrò nella tabaccheria più vicina e con i pochi soldi che aveva in tasca, comprò un pacchetto di sigarette ed un accendino.
Erano settimane che non fumava. Gliel’aveva promesso. Ma era uno di quei giorni in cui si sentiva più capricciosa di una bambina di dieci anni e non aveva voglia di mantenere promesse.
Si accese la sigaretta non appena l’aria fredda dell’inverno le sfiorò nuovamente il viso. Sentiva il senso di colpa salire e con lui la frustrazione e la voglia di gridare.
Continuò a camminare.
Destra.
Sinistra.
Destra.
Destra.
Non sapeva dove stava andando e non le importava. Si ritrovò in un parco pubblico e si sedette su una panchina accendendo un’altra sigaretta.
Poco più avanti una madre cercava di convincere la figlia a tornare a casa. Una bambina che non doveva avere più di sei o sette anni e che, quando la madre allungò la mano per farla scendere dall’altalena, si mise ad urlare. Gridava a piena voce, i piedi che sbattevano per terra. Un capriccio in piena regola.
Avrebbe voluto farlo anche lei.
Non riuscì a trattenere un sorriso pensando che lui conosceva un metodo piuttosto rapido per farle terminare qualunque tipo di capriccio e non era certo comprarla con una golosa merendina al cioccolato come era successo a quella bambina.
Rimase seduta fino a quando il parco non fu completamente deserto e poi tornò stancamente verso casa.
Era stata una settimana pesante. Impegni da rispettare. Persone che volevano essere ascoltate. Sempre di corsa. Avrebbe voluto passare un tranquillo week-end a fare niente. Riposare corpo e mente. Ma niente era andato secondo i suoi piani.
Ed ora era arrabbiata.
L’ascensore era rotto, come al solito, e così si ritrovò a salire a piedi. Frustrazione e rabbia crescevano ogni volta che doveva alzare i piedi per superare un altro gradino.
Non appena entrò in casa si tolse la giacca che abbandonò senza cura sul divano, mentre con i piedi chiudeva la porta.
Avrebbe voluto sedersi davanti alla televisione e guardare un bel film. O magari prendere un libro e lasciare che la sua mente vagasse per un po’ in mondi fantastici.
Avrebbe voluto, ma era uno di quei giorni in cui niente va per il verso giusto.
Lui era seduto su una poltrona. Braccia incrociate sul petto e gambe comodamente allungate di fronte a lui, sembrava perfettamente calmo e rilassato, ma lei lo conosceva da abbastanza tempo da notare i muscoli tesi sotto la camicia e la severità nei suoi occhi.
“Come mai sei già qui?” fu la prima cosa che disse lei “Hai detto che saresti tornato dopo pranzo.”
“Sono le tre.” rispose lui guardandola fissa negli occhi
“Oh.” un suono sorpreso che racchiudeva in sé mille parole. Come una doccia fredda, tutte le mancanze volontarie e non che aveva compiuto quella mattina le tornarono alla mente. Mille piccole cose che, singolarmente, non le sarebbero costate più che una breve e leggero rimprovero, ma che tutte insieme avrebbero garantito la sua incapacità di sedersi per molto tempo.
Il cuore iniziò a battere forte come ogni volta prima di una punizione e, come tutte le altre volte, cercò di protestare.
“Non ho fatto niente!”
Senza dire un’altra parola, lui aveva iniziato ad arrotolare le maniche della camicia. Gesti lenti e misurati che la ipnotizzavano ogni volta.
“Cosa fai? Non puoi punirmi solo perché non ero a casa quando tu sei rientrato!” disse con tono di accusa, anche se sapeva perfettamente che quella non era la ragione per cui sarebbe stata punita.
Si aspettava che lui rispondesse o che almeno smettesse di ignorarla, ma lui si limitò a slacciare il bottone dell’altra manica in silenzio.
“Non è giusto! Io…io…” la mente vuota, non sapeva esattamente cosa dire per evitare la punizione. Gli occhi di lei presero a vagare per la stanza in cerca di una buona ispirazione.
La cucina sporca di caffè.
La giacca gettata malamente sullo schienale del divano.
Le maniche della camicia di lui perfettamente voltate sopra i gomiti.
Le sue dita che tamburellano impazienti sul bracciolo.
Gli occhi di lui nuovamente fissi su di lei.
Sulle sue mani chiuse a pugno.
Le sue guance che la rabbia doveva già aver colorato di rosso.
L’ispirazione la colse all’improvviso e, trattenendo un sorriso compiaciuto, incrociò le braccia al petto e, alzando il mento con aria di sfida, disse
“Io sono malata.”
Le dita di lui si fermarono mentre, con un sopracciglio alzato, la invitava silenziosamente a continuare e, per la prima volta da quando aveva aperto gli occhi quella mattina, lei obbedì.
“Io..uhm quando mi sono svegliata non stavo bene.” mentì lei evitando il suo sguardo “Deve essere…forse è un raffreddore o l’influenza.”
“Perché sei uscita se stai male?” chiese lui incrociando nuovamente le braccia al petto
“Io…Io sono andata in farmacia.” disse lei esultando internamente per la rapidità con cui aveva inventato una scusa
“Non avevi niente in mano quando sei rientrata.” le fece notare lui che poi si alzò e si avvicinò alla giacca abbandonata sul divano
“Era chiusa.” si affrettò a dire lei nella vana speranza che lui tornasse a sedersi prima di mettere le mani nelle tasche della giacca.
Speranza vana visto che pochi secondi dopo la mano di lui emerse dalla tasca della giacca con il pacchetto aperto di sigarette stretto tra le dita.
“Non mi risulta che queste vengano vendute in farmacia.” disse con tono secco e carico di disappunto
“È un…un vecchio pacchetto.” cercò di giustificarsi lei.
Si fissarono per alcuni secondi.
In silenzio.
Il nervosismo di lei aumentava ogni secondo. Tutto di quella situazione la faceva arrabbiare. Sapeva di aver sbagliato e di non avere giustificazioni. Sapeva che lui non aveva creduto ad una sola delle sue bugie. Sapeva che prima della fine della giornata si sarebbe ritrovata con il sedere rosso e dolorante.
Ad un tratto lui posò il pacchetto di sigarette sul tavolino lì accanto e con tono secco le ordinò di non muoversi.
Lei ebbe a malapena il tempo di immaginare che cosa lui avesse in mente prima di vederlo rientrare nella stanza stringendo tra le mani strumenti che le erano fin troppo familiari.
Come un medico prima di un’operazione, li distese ordinatamente sul tavolino e lei deglutì nervosamente realizzando esattamente quanto era arrabbiato.
Una spazzola di legno che era tanto bella quanto pesante.
Una cintura che non veniva indossata da tempo, ma che serviva benissimo al suo nuovo scopo.
Una ciabatta con la suola in cuoio, tanto comoda quanto dolorosa quando veniva sapientemente applicata sulle natiche nude delle ragazzine disobbedienti.
Era così intenta a studiare gli oggetti di fronte a lei e a pregare che sparissero grazie ad un fenomeno di autocombustione spontanea, che non oppose resistenza quando lui le afferrò la mano e l’accompagnò di fronte al divano dove si sedette e, senza dire una parola, iniziò a slacciarle il bottone dei jeans.
“No! Ti prego!” si lamentò lei cercando di riallacciare i pantaloni, ma un leggero schiaffo sul dorso della mano le fece cambiare rapidamente idea e, con il broncio, si limitò a protestare a parole
“Non voglio essere sculacciata!”
“È una punizione, signorina, poco importa se vuoi o no.” disse lui severamente abbassandole con un solo gesto pantaloni e mutandine fino alle caviglie
“Ma io non voglio!” ripeté lei mentre una grossa lacrima le scendeva lungo la guancia, questa volta però lui non rispose e si limitò a guidarla dolcemente sulle sue ginocchia.
Lei aveva subito chiuso gli occhi e afferrato un cuscino preparandosi al primo di una lunga serie di sculaccioni.
Anziché iniziare la severa punizione la mano di lui le carezzò brevemente il sedere e poi, cogliendola totalmente di sorpresa, sentì le sue dita insinuarsi tra le natiche e separarle.
Anche questi erano movimenti con cui era sufficientemente familiare ed iniziò immediatamente a divincolarsi protestando ad alta voce.
“Stai ferma.” la riprese lui “Non voglio farti male.”
“E allora lasciami andare!” gridò lei continuando a scalciare mentre le sue mani traditrici afferrarono le gambe di lui come a cercare supporto
“Ferma, ho detto.” ripeté lui e questa volta aggiunse uno sculaccione ben assestato con la mano libera
“Non v…” ma la protesta le morì sulle labbra sentendo le parole successive di lui
“Un’altra parola, signorina, e ti ritroverai in questa posizione tutti i giorni per tutta la prossima settimana.”
E lei rimase in silenzio.
Le gambe ora ferme, si limitò a tirare su con il naso ogni tanto per fargli sapere che non era contenta del trattamento.
Non appena il suo corpo si rilassò sulle ginocchia di lui, sentì il freddo puntale del termometro entrare dentro di lei e non poté impedirsi di muoversi un po’ nel vano tentativo di farlo uscire. Ma era un trucco già usato e, infatti, poteva chiaramente sentire una mano di lui mantenere il termometro perfettamente in posizione mentre l’altra le disegnava piccoli, tranquillizzanti cerchi sulla schiena.
Ogni tanto il termometro veniva spinto un po’ più dentro oppure fatto girare su sé stesso e lei stringeva i muscoli del sedere con l’unico risultato di renderla più consapevole dell’intrusione.
Rimasero così per cinque lunghissimi minuti fino a quando lui, con un velo di sarcasmo nella voce, annunciò
“Neanche una linea di febbre. Non che ne sia sorpreso, ovviamente.”
Lei avrebbe voluto protestare. Dire che probabilmente la febbre le era passata. Oppure semplicemente che stava meglio. Ma era sicura di essere sufficientemente nei guai e che non era nell’interesse del suo sedere aggiungere altre bugie a quelle che aveva già detto.
Il suono secco della prima sculacciata riecheggiò all’interno dell’appartamento confermandole che sarebbe stata una lunga e dolorosa punizione.
SMACK SMACK
“Mi hai mentito.” la rimproverò lui
SMACK SMACK
“E sai esattamente qual è la mia opinione sull’argomento.”
Non era sicura se a darle più fastidio fosse sapere di avere torto marcio o il tono calmo e quasi disinteressato che lui stava usando mentre il suo povero sederino diventava rapidamente rosso come un pomodoro.
SMACK SMACK SMACK SMACK
“Mi dispiace!” quasi urlò sperando che la punizione finisse in fretta
“A te dispiace sempre. DOPO.” disse lui accompagnando l’ultima parola con un sonoro sculaccione sulla delicata area tra le natiche e le cosce
SMACK SMACK
“La prossima volta pensa PRIMA di aprire la bocca!” continuò a sgridarla mentre la sua mano implacabile continuava a cadere.
“Non mi importa cosa fai con gli altri.” continuò lui “Tu non devi mentire A ME!”
SMACK SMACK
“Come posso fidarmi di te se racconti sempre bugie?”
“Mi dispiace!” si scusò ancora lei mentre il senso di colpa iniziava a farsi sentire
SMACK SMACK SMACK SMACK
Quattro secchi sculaccione caddero ancora sulle sue natiche doloranti prima che lui le ordinasse di alzarsi.
“Spogliati.” disse e lei obbedì, asciugandosi di tanto in tanto qualche lacrima.
Dopo essersi tolta i vestiti e averli piegati sulla poltrona, si avvicinò nuovamente al divano pronta a riprendere posizione, ma lui la fermò con un gesto della mano.
“Mi aspetto che tu riordini il casino che hai lasciato in giro, signorina.” disse “Cinque minuti poi cominciamo la punizione.”
“C-Cominciamo?” ripeté lei incredula. Non era così ingenua da pensare che la punizione fosse finita, ma il suo sedere faceva fin troppo male per qualcuno che ancora non aveva iniziato ad essere sculacciato.
“Cominciamo.” confermò lui con fermezza “Mentire a me era solo l’ultimo punto di una lunga lista di disobbedienze. A parte l’evidente disordine che hai lasciato in giro,” disse indicando la cucina e la porta della camera da letto prima di incrociare le braccia sul petto “il pacchetto di sigarette nella giacca… Dobbiamo davvero ricominciare la lezione riguardo il ‘non mentire’?” le chiese accigliato quando lei aprì la bocca con il chiaro intento di protestare l’ultimo punto ed aspettò fino a quando lei abbassò gli occhi colpevole prima di continuare “Sei uscita di casa senza cellulare e ho dovuto aspettare per due ore sperando che non ti fosse successo niente!” il suo tono si alzò con ogni parola “E non pensare neanche per un secondo che non abbia notato l’atteggiamento impertinente e strafottente che hai avuto fino ad un secondo fa, signorina!”
Accidenti. Era davvero arrabbiato.
“Cinque minuti, signorina. Aggiungiamo cinquanta per ogni secondo di ritardo.” e, consapevole che non era una minaccia a vuoto, lei obbedì prontamente.
Nuda come il giorno in cui era venuta al mondo, si aggirò per la casa affrettandosi a pulire.
Quattro minuti e cinquanta secondi dopo si presentò di nuovo davanti a lui che l’aveva seguita con gli occhi per tutto il tempo.
“Hai qualcosa da dire prima di iniziare?” chiese lui con tono gentile.
Le chiedeva sempre se aveva qualche giustificazione plausibile al suo comportamento. Ogni volta, non importa quanto fosse arrabbiato.
“M-Mi dispiace davvero.” sussurrò lei “È solo che…mi sono svegliata male.” sospirò abbassando gli occhi sulle sue mani
“Guardami.” ordinò lui prendendole le mani tra le sue “La prossima volta parla con me anziché infrangere tutte le regole di questa terra.” le disse sorridendo quando lei trovò il coraggio di incrociare il suo sguardo.
“Ci proverò.” rispose lei ricambiando il sorriso.
Si ritrovò nuovamente distesa sulle ginocchia di lui che, nonostante le parole gentili che le aveva detto pochi secondi prima, non perse tempo nel scaldarle nuovamente il sedere.
SMACK SMACK SMACK
Dopo pochi minuti si fermò, ma soltanto per afferrare uno degli strumenti ancora ordinatamente allineati sul tavolino.
La superficie larga e fredda della spazzola le massaggiò delicatamente il sedere mentre lui le ripeteva i motivi per cui sarebbe stata sculacciata.
“Essersi svegliati male non è una giustificazione per trascurare i propri doveri o essere maleducati con gli altri.” le disse “Le bambine capricciose si fanno comandare dal loro umore. E visto che ti sei comportata come una bambina come tale vieni punita.” disse facendola arrossire
SMACK SMACK SMACK
La spazzola cadde implacabile. Tenere il conto era impossibile. La frustrazione e la rabbia che l’avevano accompagnata da quella mattina se ne erano finalmente andate e lei iniziò a piangere.
Grosse lacrime colpevoli come quella di una bambina, appunto.
SMACK SMACK SMACK SMACK
Di nuovo si fermò e questa volta afferrò la ciabatta con cui iniziò a sculacciarla subito mentre la sgridava ancora.
SMACK SMACK
“Ti ho detto mille volte che devi avere sempre il telefono dietro.”
SMACK SMACK SMACK SMACK
“Soprattutto se io mi aspetto di trovarti a casa e tu invece non ci sei!”
SMACK SMACK SMACK
“M-Mi dispiace!”
SMACK SMACK SMACK
Ancora e ancora la ciabatta colpì le natiche di lei ormai rosse e calde come il fuoco. Sobbalzava ad ogni colpo e solo la mano di lui intorno ai fianchi le impediva di cadere.
Questa volta, quando smise di sculacciarla, le ordinò di alzarsi. Con una mano sulla schiena la guidò dall’altro lato del divano dove le disse di piegarsi sullo schienale fino a quando i gomiti non avessero toccato i cuscini.
SMACK SMACK
“Ahi! T-Ti prego!” si lamentò non appena la cintura colpì il suo povero sedere
“Questa signorina, è per quel pacchetto di sigarette.” disse continuando a colpirla “Ne mancavano cinque. Dieci colpi per ogni sigarette che hai fumato. Cinquanta. Inizia a contare.”
SMACK
“Uno!”
SMACK
“Due!!”
SMACK
“Tre!!”
SMACK
“Ti prego! Basta!!” si lamentò lei
“Continua a contare altrimenti ricomincio.” rispose lui implacabile.
SMACK
“C-Cinque!”
La cintura continuò a cadere e l’unica ragione per cui lei continuò a contare era la paura di cominciare di nuovo.
SMACK
“Q-Quarantotto!!”
SMACK
“Ahi!Q-Quarantanove!!”
SMACK
“Ahi! Cinquanta!” gridò infine e finalmente la cintura smise la sua discesa punitiva.
Rimase in quella posizione per qualche minuto, lui in piedi lì accanto che le massaggiava gentilmente le natiche affievolendo un po’ il bruciore.
Quando i singhiozzi di lei si furono calmati, lui la afferrò gentilmente per un braccio e la fece alzare.
Le sue dita gentili le carezzarono la guancia portandosi via le ultime tracce di lacrime e dopo averle dato un bacio sulla fronte disse
“Conosci la routine. Trenta minuti e poi la punizione è finita” E facendola girare verso l’unico angolo vuoto della stanza, le diede un leggero sculaccione che le fece sfuggire un lamento indignato dalle labbra.
“Trenta minuti.” ripeté lui con un sorriso soffocando la fine del lamento in un bacio.
E mentre se ne stava a fissare il muro bianco, lei continuava a pensare a come anche la giornata peggiore potesse migliorare nelle mani giuste.
FINE

Inviato il 10/11/2012 alle 14:02

Re: Una brutta giornata

indomabile ribelle (633 post, compleanno 1982)

Caspita Spankygirl!
Che fantastico esordio! Mi piace molto, è davvero scritto bene, molto coinvolgente.. Io mi ci rivedo in pieno, capitano anche a me giornate di umore storto in cui solo una bella sculacciata sistemerebbe tutto!
I dettagli che mi sono piaciuti maggiormente:

spankygirl ha scritto:
Non riuscì a trattenere un sorriso pensando che lui conosceva un metodo piuttosto rapido per farle terminare qualunque tipo di capriccio e non era certo comprarla con una golosa merendina al cioccolato come era successo a quella bambina.

spankygirl ha scritto:
“E allora lasciami andare!” gridò lei continuando a scalciare mentre le sue mani traditrici afferrarono le gambe di lui come a cercare supporto

spankygirl ha scritto:
“Guardami.” ordinò lui prendendole le mani tra le sue “La prossima volta parla con me anziché infrangere tutte le regole di questa terra.” le disse sorridendo quando lei trovò il coraggio di incrociare il suo sguardo.
“Ci proverò.” rispose lei ricambiando il sorriso.
Si ritrovò nuovamente distesa sulle ginocchia di lui che, nonostante le parole gentili che le aveva detto pochi secondi prima, non perse tempo nel scaldarle nuovamente il sedere.

spankygirl ha scritto:
E mentre se ne stava a fissare il muro bianco, lei continuava a pensare a come anche la giornata peggiore potesse migliorare nelle mani giuste.

Bravissima! Grazie per averlo condiviso!

Inviato il 11/11/2012 alle 08:47

Re: Una brutta giornata

spankygirl (14 post, compleanno non disponibile)

Ho esitato molto prima di pubblicarlo ma ne è valsa la pena!! Sono contenta che ti sia piaciuto!!

Inviato il 11/11/2012 alle 09:16

Re: Una brutta giornata

Missy 85 (185 post, compleanno non disponibile)

Ciao spankygirl!
Anche io ho apprezzato tantissimo il tuo racconto...brava davvero!!! molto molto bello e ben scritto!

Inviato il 12/11/2012 alle 21:13

Re: Una brutta giornata

Keith (9219 post, compleanno non disponibile)

Ciao spankygirl,
lascio questo breve messaggio per farti i complimenti per l'esordio letterario sul forum e poi per dire che siccome noto che è lunghino il racconto, mi prendo il giusto tempo e la calma per leggerlo off-line e casomai ripasso da queste parti
ciao,
Keith

Inviato il 12/11/2012 alle 22:26

Re: Una brutta giornata

StellaGemella (220 post, compleanno non disponibile)

Che bel racconto!
Mi sembra di vedere me in quei giorni...terribili...

Inviato il 16/11/2012 alle 14:04

Re: Una brutta giornata

spankygirl (14 post, compleanno non disponibile)

grazie a tutti quelli che hanno letto!! non ho molta esperienza diretta di sculacciate per il momento le mie fantasie sono tutto quello che ho magari dopo tutte queste lodi pubblicherò un altro racconto...l'ispirazione di certo non manca!!! e magari qualche spanker si farà vivo!!

Inviato il 18/11/2012 alle 22:16

Re: Una brutta giornata

Keith (9219 post, compleanno non disponibile)

spankygirl ha scritto:
... magari dopo tutte queste lodi pubblicherò un altro racconto...l'ispirazione di certo non manca!!! e magari qualche spanker si farà vivo!!

Ne sono convinto!
Farsi conoscere all'interno del forum aumenta le possibilità di fare conoscenze e amicizie anche fuori... del forum
ciao,
Keith

Inviato il 19/11/2012 alle 22:42

Re: Una brutta giornata

Blue (4456 post, compleanno non disponibile)

Bel racconto, un po' simile al "Melensa" di indomabile ribelle perchè esprime il desiderio delle spankee donne di uno spanker che sappia guardare dentro di loro, leggere tra le righe del loro umore altalenante

Inviato il 25/11/2012 alle 23:49

Re: Una brutta giornata

indomabile ribelle (633 post, compleanno 1982)

Blue ha scritto:
Bel racconto, un po' simile al "Melensa" di indomabile ribelle perchè esprime il desiderio delle spankee donne di uno spanker che sappia guardare dentro di loro, leggere tra le righe del loro umore altalenante

A me ricorda come genere piu' "malumore" sempre mio.. ma credo sia un tema comune a molte spankee...

Inviato il 26/11/2012 alle 00:25

Re: Una brutta giornata

Blue (4456 post, compleanno non disponibile)

"Malumore" è il titolo di un altro tuo racconto? Non l'ho visto

Inviato il 26/11/2012 alle 00:44

Re: Una brutta giornata

indomabile ribelle (633 post, compleanno 1982)

Blue ha scritto:
"Malumore" è il titolo di un altro tuo racconto? Non l'ho visto

in esperienze

Inviato il 26/11/2012 alle 00:59

Re: Una brutta giornata

Ziasevera (4 post, compleanno non disponibile)

Chissà perché ma la temperatura rettale con le sculacciate non mi va

Inviato il 27/11/2012 alle 19:42

Re: Una brutta giornata

Keith (9219 post, compleanno non disponibile)

Ziasevera ha scritto:
Chissà perché ma la temperatura rettale con le sculacciate non mi va

Non credo ci sia un perché specifico, se non una questione di gusti
ciao,
Keith

Inviato il 28/11/2012 alle 22:49

Re: Una brutta giornata

Blue (4456 post, compleanno non disponibile)

Infatti è questione di gusti, a molti piace il medical magari in versione soft

Inviato il 08/12/2012 alle 01:20

Re: Una brutta giornata

Keith (9219 post, compleanno non disponibile)

Blue ha scritto:
Infatti è questione di gusti, a molti piace il medical magari in versione soft

Esatto, almeno come fantasia quello soft ricorre spesso e volentieri, nei racconti come nelle foto insieme alla sculacciata... c'è una bella e corposa discussione, volendola ripescare
ciao,
Keith

Inviato il 08/12/2012 alle 01:26

Re: Una brutta giornata

indomabile ribelle (633 post, compleanno 1982)

Keith ha scritto:
c'è una bella e corposa discussione, volendola ripescare
Keith

Keith... l'archivista del forum!

Inviato il 08/12/2012 alle 09:35

Re: Una brutta giornata

spankygirl (14 post, compleanno non disponibile)

Io personalmente apprezzo un po' di medical e anche un tocco di age-play...tutto molto soft, quanto basta per mantenere un elemento di imprevedibilità ma anche di divertimento nelle sculacciate!

Inviato il 08/12/2012 alle 14:59

Re: Una brutta giornata

Keith (9219 post, compleanno non disponibile)

indomabile ribelle ha scritto:
Keith ha scritto:
c'è una bella e corposa discussione, volendola ripescare
Keith

Keith... l'archivista del forum!


Be' ogni tanto me le ricordo le belle e gustose discussioni come quella, poi penso che per i nuovi iscritti, ma non solo, sia un bene [i:2vz0mswd]ripescarne[/i:2vz0mswd] certe piuttosto che aprire dei "doppioni".
ciao,
Keith

Inviato il 08/12/2012 alle 22:34

Re: Una brutta giornata

indomabile ribelle (633 post, compleanno 1982)

Ziasevera ha scritto:
Chissà perché ma la temperatura rettale con le sculacciate non mi va

In questo caso trovo ci stia benissimo, lui non l'accusa automaticamente di mentire, se lei effettivamente stesse poco bene la punizione verrebbe rimandata.. Io lo vedo come un bel gesto di attenzione e cura da parte di lui.

Inviato il 23/12/2012 alle 07:45

Re: Una brutta giornata

patty (637 post, compleanno non disponibile)

Bellissimo questo racconto!!
anche a me sono piaciuti soprattutto i passaggi sottolineati da indomabile e credo anche io che il termometro in questo caso ci stia proprio bene e abbia il suo perchè.
Bravissima!!
Spero che ne pubblicherai presto degli altri.
Un bacione!

Inviato il 23/12/2012 alle 19:16

Re: Una brutta giornata

Keith (9219 post, compleanno non disponibile)

indomabile ribelle ha scritto:
In questo caso trovo ci stia benissimo, lui non l'accusa automaticamente di mentire, se lei effettivamente stesse poco bene la punizione verrebbe rimandata.. Io lo vedo come un bel gesto di attenzione e cura da parte di lui.

Esatto, di attenzione, cura e, aggiungerei, anche di erotismo e disciplina.
ciao,
Keith

Inviato il 26/12/2012 alle 00:24

Re: Una brutta giornata

Lydia (164 post, compleanno 11-4-1980)

Inquietante...

Inviato il 30/01/2013 alle 03:35

Chi eravamo

Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.

Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.

Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.

Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.

Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.

Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.

Luca