Il sito italiano sulle sculacciate.

Archivio del forum storico.

Brenda Marshall di Paul Stoves

Avviato da Cattiva il 06/10/2011 alle 01:13

Brenda Marshall di Paul Stoves

Cattiva (4817 post, compleanno 9-1996)

Desidero ringraziare pubblicamente la signora Marshall per la sua squisita ospitalità e per la grande disponibilità dimostrata nei nostri confronti; un “grazie” particolare deve essere tributato anche alla sua amica (che ora è anche mia) Pamela per essersi prestata di buon grado all’esperimento ed avere testato sul suo magnifico, paffuto, scultoreo e perfetto culetto tutto il “parco” strumenti di seguito sommariamente descritto.

di Paul Stoves

Incontro con Brenda Marshall (prima parte)

Approfittando di queste vacanze estive, ho lasciato Londra e, percorrendo la M 11, sono giunto nella ridente Cambridge. Da qui, imboccando la A 10, attraversando Ely, si giunge finalmente a Kings Lynn, sul mare. Ho appuntamento con un’amica che non vedo da anni, appassionata anch’ella della sculacciata. La signora Marshall è attiva in questo campo da oltre trentacinque anni ed è, indiscutibilmente, una delle donne dominatrici più conosciuta, rispettata e temuta di tutto il Regno Unito. Ella ha incontrato, durante tutti questi anni, moltissime persone provenienti da ogni parte del mondo ed ha così avuto modo di conoscere le tecniche più svariate e gli strumenti punitivi più diversi. La signora Marshall, è anche un meraviglioso esempio di come si possa combinare con successo la propria vita erotica con le esigenze famigliari, nonché relazionare con gli amici e con le figure che ci coinvolgono quotidianamente durante lo svolgimento dell’attività professionale. Vantare l’amicizia di una simile donna è davvero un onore. Avere poi l’opportunità di giocare con lei è un’esperienza davvero speciale. Se qualcuno di voi avesse o ha avuto questo privilegio, concorderà certamente col sottoscritto che, una simile avventura è difficilmente dimenticabile. Penso che siano veramente poche le persone così appassionate alla sculacciata come Brenda e che sappiano condurre il gioco di dominazione con così illimitata fantasia e sempre in modo sicuro e consensuale. Il gioco è portato al parossismo con un’intensità che, ahimè, non sono in grado di descrivervi. Chiedo venia. Brenda, allo stesso tempo, sa essere la persona più amabile, gentile ed ospitale che io abbia mai conosciuto in tempi recenti.

La signora Marshall ha scritto anche un interessante libro autobiografico dove racconta la propria vita e le proprie esperienze in questo campo. Posso anticiparvi – ma non è assolutamente una garanzia – di aver strappato a Brenda una mezza promessa: può darsi che ella mi conceda di tradurne qualche brano per i lettori di Club. Se questo accadesse, credetemi, sarà davvero una piacevole lettura. Ho avuto modo di leggere qualche pagina e l’ho trovata così intrigante e stuzzicante…

Brenda, che fra i suoi sottomessi non fa alcuna distinzione di sesso, predilige la posizione di traverso sulle proprie ginocchia; ovviamente, a culo nudo. Volendo avere il suo illustre parere sull’uso di alcuni strumenti punitivi, ho chiesto alla signora Marshall di testarne alcuni.

Certo, mi sembra di sentirvi, chissà quanti di voi avrebbero voluto essere messi bocconi su quelle cosce ben tornite… ed io che ne avevo la possibilità, invece…, fra l’altro mi ero recato a farle visita da solo e non avevo al mio seguito, come solitamente avviene, almeno una coppia di monelli…

Brenda, carina come sempre, introdusse allora una sua amica, Pamela, che volentieri si sarebbe prestata alla prova. Fermo restando che il migliore strumento è, e rimane, la mano – cosa che non mi stancherò mai i predicare – Brenda, dopo aver riscaldato il culetto dell’impertinente monella, passò al primo strumento punitivo. Costruito in finissimo cuoio appositamente per lei da un suo ammiratore, questo attrezzo simile ad un “paddle” misura circa dieci centimetri di larghezza per trenta di lunghezza. Rimane uno degli strumenti favoriti in quanto, per la sua natura e conformazione, è ideale per le sculacciate somministrate sulle ginocchia ed il suo contatto è il più simile alla mano, tranne che per il calore umano che quest’ultima sprigiona.

Se il culetto di Pamela si era arrossato con la mano, l’uso di questo tipo di paddle l’aveva tinto di un bel rosso acceso e, dopo qualche minuto di pausa, Brenda impugnò il “medaglione”.

Siccome Brenda voleva che la prova risultasse il più fedele ed utile possibile alla mia causa, pensava bene di non infierire più di tanto e di concedere a Pamela l’intervallo per un breve riposo durante il quale mi avrebbe relazionato sugli effetti e sulle sensazioni provate.

Anche questo attrezzo è stato donato a Brenda da un ammiratore anzi, da un’ammiratrice che lo usava spesso sulle terga del proprio incorreggibile marito. Lo strumento è molto simile al precedente ma più largo e, conseguentemente, un poco più pesante. Anch’esso può essere usato con risultati più che pregevoli per un'ottima sculacciata a culo nudo impartita sulle ginocchia.

Il successivo strumento usato fu la coramella del rasoio del padre. Brenda mi ha delucidato che tale strumento era tramandato da padre in figlio ed il ricordo che lei aveva era quello di appartenenza al suo bisnonno. Lo strumento è leggerissimo e molto maneggevole ma gli effetti prodotti possono essere devastanti: è angosciante pensare che possa essere stato usato su culetti adolescienziali…

Pamela, in lacrime e con il culo di colore porpora, scalciava ed implorava pietà.

Brenda aggiunse che era giunto il momento di provare il righello di legno sul rovente culetto di Pam. Facendolo scorrere sulle e fra le natiche della ragazza, commentò ulteriormente informandomi che questo tipo di strumento era perfetto per un buon uso sulle terga di indisciplinati allievi ed allieve ed aveva la caratteristica di potere essere impiegato con eguale risultato, sia nella posizione “sulle ginocchia” come in quella “chinato sul banco”.

“Non c’è una grande differenza fra quello di legno e quello di plastica”, mi sussurrò all’orecchio, “ma io prediligo questo; ci sono affezionata e, come puoi notare, continuando ad usarlo ed a percorrere le rime di questi impertinenti sederini, si è meravigliosamente levigato e non ha più alcuna asperità…”.

Dopo questo carrellata di strumenti coercitivi, Brenda estrasse da un cassetto della sua scrivania un magnifico paddle di legno laccato sulle cui superfici erano incise numerose date, nomi ed altri simboli strani. Mi spiegò essere lo strumento che era usato nel suo collegio e, ad ogni incisione, era legato un ricordo più o meno interessante ma, tutti, piacevolmente intriganti. Su di esso, in pratica, era incisa la storia di una vita dedicata alla sculacciata e dopo averne visto somministrare alcuni colpi poderosi sulle più che rosse e tumefatte chiappe di Pamela, quasi mi commossi quando Brenda, porgendomi una sgorbia, mi chiese gentilmente di incidere le mie iniziali con relativa data sulla faccia anteriore di quello “storico” legno…

Inviato il 06/10/2011 alle 01:13

Cattiva (4817 post, compleanno 9-1996)

Incontro con Brenda Marshall (seconda parte)

di Paul Stoves


Dopo la breve pausa, dove con appetito abbiamo consumato un frugale pasto, si è proceduto alla seconda - ma non meno severa - parte punitiva e dimostrativa sulle terga della nostra impertinente allieva. Lo strumento scelto dalla mia ospite è stato il Castigo strap. La nostra corrigenda è stata fatta stendere, a pancia sotto, su di un gonfio cuscino che ne mette in magnifico risalto le deliziose curve cesellate della sua anatomia posteriore. Brenda mi ha informato che quest’attrezzo è stato il primo ad entrare nella sua collezione personale ed ella lo acquistò una trentina d’anni addietro. Lo strumento, che può avere effetti devastanti sui culetti teneri, deve essere usato con moderazione ma, soprattutto, con cognizione di causa. Brenda mi ha raccontato di avere comprato questo micidiale strumento punitivo in un negozio di Soho che, all’apparenza, vendeva e riparava gli ombrelli. In realtà, in esso si producevano raffinati strumenti per la disciplina corporale che erano sapientemente forgiati dalle mani di un mirabile artigiano del cuoio con i materiali più pregiati presenti sul mercato d’allora. Sino a qualche anno fa (ma forse ancora oggi), si poteva osservare una “coda” di una decina di persone nell’attesa d'entrare nel piccolo laboratorio. Fortunatamente, la nostra allieva doveva solo testare il Castigo strap: dico “fortunatamente” perché, dopo una quindicina di colpi amministrati dalla mano esperta di Brenda su quelle povere natiche provocanti, il culo presentava già una notevole tumefazione ed un colore rosso accesso che aveva dell’incredibile. La punita sussultava vergognosa sul cuscino, dilatando e serrando le chiappe in modo spasmodico, rivelando ai testimoni presenti, ogni suo più segreto e recondito orifizio.

Dopo avere controllato le condizioni del culetto, Brenda volle illustrarmi le proprietà e gli effetti che si raggiungono con un altro strap, l’Argentina. Uno strumento che, grazie ella sua leggerezza, è maneggevolissimo e non necessità di molta forza per infliggere forte dolore e bruciore. Chiamato Argentina, in quanto molto usato in questo Paese, sugli equini. Facile da recuperarsi nei numerosi empori di Buenos Aires e delle maggiori città di quella repubblica. Lo strumento che mi pose davanti agli occhi, aveva un’impugnatura magnificamente adornata con borchie d’argento ed ottone che ne impreziosivano ancor più la fattura. Brenda assestò una decina di colpi sul culetto della nostra recalcitrante corrigenda che iniziava ad accusare i colpi che cadevano inclementi sulle nude chiappe martoriate. La colorazione del culo aveva raggiunto, in alcune zone, la tonalità purpurea. La rima mediana delle natiche, si presentava ampiamente svasata a causa della posizione assunta. Ero certo, giunti a questo punto, che Brenda avrebbe interessato al castigo la parte interna delle chiappe e delle cosce, zona molto tenera, sensibile e quasi completamente indenne dai colpi sino a quel momento impartiti.

Lo strumento successivo, quello che apparve quasi miracolosamente nelle mani di Brenda, era ancora uno strap, uno di quelli usati nelle carceri sino a non molti anni or sono. Costituito da una doppia e spessa striscia di cuoio della lunghezza di circa cinquanta centimetri è dotato, nell’impugnatura, di una borchia di metallo. Da un lato, assomiglia incredibilmente alla cintura che vestono i poliziotti americani, mentre sull’altro, reca una lunga serie di buchi (per renderlo più leggero e maneggevole). Quattro colpi bene assestati sul culetto, furono sufficienti a fare sì che la nostra punita ringraziasse il cielo di non trovarsi in un carcere di quel tempo! Pam, sebbene fosse esausta, rimase col culetto all’insù, in bella vista ed offerto alla carezza dei colpi severamente inferti dalla mano castigatrice.

Giunti a questo punto, Brenda mi porse un bellissimo frustino di cuoio, un leather crop, per intenderci. Un inconfondibile manufatto di Swaine e Agney, in Londra, a mio giudizio il più importante negozio di cuoio e pelle. L’impugnatura e l’anima, entrambe in pregiato legno naturale, erano rivestite da un sottile strato di pelle dipinta di colore nero che rendevano lo strumento flessibile e robusto pur non contenendo alcun’anima in metallo. Lo feci sibilare nell’aria e guardai negli occhi Brenda. Ella mi fece un segno d’assenso; questo significava che potevo testarlo sul culetto di Pamela. Mi diverte usare questa sorta di frustino. La superficie dell’area che con esso si colpisce è così piccola che, sembra, non crei particolare danno. La sua maneggevolezza e l’eccezionale flessibilità, fanno sì che con esso si possano raggiungere anche quelle piccole porzioni d’epidermide nascoste all’interno delle cosce, per non parlare di tutta quella zona che interessa l’interno delle natiche ed il perineo. Pamela è in visibilio: dal suo rigoglioso e profumato fiore, stilla copiosamente, ad ondate, un denso umore paragonabile solo al nettare più mieloso.

La vista d’alcune spazzole per capelli, due per l’esattezza, la fanno nuovamente sussultare. Quella con l’impugnatura in avorio, è un piccolo capolavoro d’artigianato di fine ottocento. Non riesco ad immaginare su quanti culetti sia stata usata da Brenda e, prima di lei, dai precedenti proprietari. Brenda impugna l’altra, quella che abitualmente usa per spazzolarsi i capelli. Entrambi, in sincronia, ci “accontentiamo” di percuotere il dorso delle stesse sul palmo delle nostre rispettive mani: ci deliziamo, nell’osservare i fremiti e lo sguardo impaurito che il noto e sinistro suono provoca in Pam.

Anche con il “rasoio del barbiere” devo desistere. La natura stessa dello strumento e le sue misure, mi obbligherebbero all’estensione completa del braccio mentre percuoto il culetto. Molto più adatto per le sculacciate e/o i castighi da impartirsi in luoghi esterni quali, ad esempio, il giardino, l’ampia legnaia o la stalla. Qui in Inghilterra, soprattutto in campagna, ogni casa può avere queste pertinenze, più o meno ampie. Questo strumento punitivo, dicevo, ha una lunghezza di circa cinquantotto centimetri e le due fasce che lo compongono, sono altre dai quattro ai cinque centimetri. Capirete bene che, per essere certi di colpire correttamente e di piatto il bersaglio, bisogna essere alla giusta distanza dallo stesso, altrimenti lo strumento tende ad avvinghiare e/o ad avvolgere le cosce della punita/o con le conseguenze che tutti potete bene immaginare. Non mi sembrava il caso di sottoporre Pamela a quest’ulteriore supplizio che, in altra sede ed opportuna occasione, non le avrei certo risparmiato. La lunga durata del castigo a cui si era volontariamente sottoposta e le ormai precarie condizioni in cui giaceva il suo morbido culetto, ci fecero preferire uno strumento meno devastante.

L’ultimo strap che restava da provare era quello che chiameremo Avocado. Molto pesante, era costituito da un robusto pezzo di cuoio, perfettamente oliato, proveniente da una vecchia macchina operatrice agricola dove, ma potrei sbagliarmi, fungeva come una specie di cinghia di trasmissione. La parte terminale era stata arrotondata con maestria mentre l’impugnatura era rimasta grezza. Brenda mi spiegò che lo aveva chiamato Avocado poiché le era stato omaggiato da un agricoltore statunitense che aveva una piantagione di questi frutti e che lo aveva auto-costruito affinché la sua compagna potesse usarlo sul suo culo robusto e muscoloso. Agli esordi di questa sua passione, Brenda usava pubblicare alcune inserzioni sulle riviste specializzate alla ricerca di compagni/e con cui giocare. Fu così che incontrò questo distinto signore americano, di circa una sessantina d’anni a cui era di recente scomparsa la Domina. Egli si presentava da Brenda mensilmente, recando seco lo strap in questione; un bel giorno, con gran sorpresa, omaggiò Brenda di quell’attrezzo che tanti piaceri gli aveva dato, certo di lasciarlo in buone mani. Con esso, mi limitai nell’impartire solo un paio di colpi, rispettivamente uno per natica. Pamela lanciò un grido, per entrambi. Il suono provocato dall’impatto con la superficie sferica dei globi fu attutito, quasi ovattato e mi resi conto di quanta poca forza fosse necessaria per causare un sì forte bruciore.

Venne il momento dei canes.

Nell’armadio vittoriano di noce scuro erano accuratamente riposti almeno un centinaio di questi strumenti: di tutte le fogge, misure, spessori e decorazioni. N’estrasse qualcuno, sempre maneggiandoli con gran cura e notevole padronanza, e li fece sibilare nell’aria per mostrarmi la loro flessibilità e leggerezza. Brenda, del resto, è tuttora conosciuta per la sua abilità ed infallibile mira: quando individua il bersaglio (e tutti sapete a quale mi riferisco), non lo manca mai, colpendo esattamente la porzione che vuole andare a sollecitare! Fra tutti questi, con sfumature di colori diversi ma nella globalità tendenti al bruno, ne spiccava uno; ed il primo che volli provare fu proprio quello di colore rosso: costruito per un professore d’Eaton, la scuola londinese dove i ragazzi sono regolarmente castigati corporalmente. Brenda aggiunse che, solitamente, un cane non durava così a lungo, ma siccome lei vi era particolarmente affezionata, l’aveva pitturato e verniciato così tante volte che esso appariva come nuovo.

Brenda me lo porse come se mi affidasse una reliquia. Lo saggiai nell’aria ed il sibilo che produsse fece sobbalzare la povera Pamela: l’epidermide delle sue deliziose chiappe si coprì di “pelle d’oca” ed il sederino, nella sua totale sfericità, si mise a fremere come una foglia al vento settembrino.

Feci scorrere il sottile strumento, trasversalmente sulle natiche e poi, con sadica lubricità, anche in senso longitudinale, penetrandola nel solco intergluteo. Le titillai a lungo la rima vaginale e l’orifizio posteriore. Aveva davvero un culo maestoso e col suo socchiudersi continuo sembrava quasi volesse farmi l’occhiolino. All’improvviso, alzai il braccio e le assestai la sferzata. Pamela soffocò l’urlo mordendosi la mano. Dopo qualche istante, una riga di colore rosso apparve sulla pelle colpita, intensificandosi sempre più. Raggiunta la tonalità porpora, la striscia si gonfiò enfiandosi, creando sul fondo rossastro del culetto, uno stupendo arabesco violaceo. Non osai immaginare quale potesse essere l’effetto di una dozzina di colpi!

Volendo provare però, anche l’altro cane, quello col manico ricurvo – per intenderci, quello che ha l’impugnatura simile al comune ombrello – decisi che il cane rosso doveva tornare al suo posto, nel reliquiario.

Certo è che, con tutti quegli attrezzi da provare, avrei dovuto disporre di più culetti. Quello di Pamela, aveva sopportato tutto quanto era in suo potere e non potevo chiedergli altro. Continuare, anche se Pam era consenziente e m’invitava al proseguo del gioco, significava andare oltre, superare il comune buon senso. Questo, lo ricordo, non deve mai avvenire ed un buon Master deve sempre sapere quando è il momento di fermarsi, quando la sospensione del gioco si rende necessaria, al di là d’ogni ragionevole dubbio.

Penso proprio che quest’estate tornerò a respirare l’aria della campagna inglese: mi ha fatto tanto bene.

Paul Stoves

Inviato il 06/10/2011 alle 01:14

Cattiva (4817 post, compleanno 9-1996)

ammirevole il suo buon senso!

un altro, magari, di fronte ad una donna consenziente non si sarebbe fermato!

Inviato il 06/10/2011 alle 01:21

Chi eravamo

Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.

Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.

Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.

Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.

Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.

Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.

Luca