Oggi è una giornata storta. E’ andato tutto male da quando ho messo i piedi giù dal letto stamattina. Fantozzi a confronto mi sembra un tipo fortunato e sveglio.
E’ una giornata storta e il mio umore è come questo cielo grigio, piovigginoso, arrabbiato. Una serie di piccoli inconvenienti che mi hanno reso tesa come una corda di violino.
Avevo in mente un pranzetto un po’ elaborato e nonostante sia già molto in ritardo m’intestardisco e non voglio cambiare programma. Corro come una matta, l’ansia mi fa sudare e nel bel mezzo della preparazione mi accorgo che mi manca l’ingrediente fondamentale: com’è possibile? Mi ricordo benissimo di averlo acquistato stamattina! Sempre più agitata passo in rassegna frigorifero e dispensa, giro per tutta la casa più volte come se per magia la famigerata sportina di plastica potesse materializzarsi sotto i miei occhi. Alla fine devo arrendermi all’evidenza: tra borsa, borsine, chiavi, ombrello, quella devo proprio averla lasciata al negozio.
Spengo tutto, mi siedo al tavolo della cucina e il mio viso sparisce tra le braccia incrociate. Rimango così, come uno struzzo, per non so quanto tempo. Finché non sento il familiare rumore del cancello che si apre. Allora sollevo la testa, mi guardo intorno e vedo il caos della mia cucina: l’inquietudine mi sale dentro ad ondate e quasi mi gira la testa.
Mi alzo, apro un cassetto e prendo QUEL mestolo. Quello di legno chiaro, con manico ornato di plastica verde, con la scritta “Home”. Quello che ho comprato più di un anno fa, che mi sembrava così carino, così adatto e che non ho mai usato, che nessuno ha mai usato.
Quando lui arriva e mi vede con quell' arnese di legno in mano mi guarda un attimo perplesso. Poi il suo sguardo gira intorno, i fornelli spenti, il caos, la tavola ancora da apparecchiare e torna ai miei occhi, al mio respiro agitato.
Non è proprio un sorriso quello che vedo sul suo volto, ma un’espressione di comprensione, di empatia, che già mi fa stare meglio. Scosta una sedia, mi si avvicina e mi toglie il mestolo di mano.
- Non preoccuparti…ci sarà tempo per tutto. Adesso vieni.
Mi prende per mano e mi guida sulle sue ginocchia.
La prima cosa che dedica alla mia pelle nuda è una carezza. Non è una carezza sensuale ma lenta e lieve come se attraverso la mia pelle lui volesse sentire, assorbire le mie emozioni.
Poi, mi sculaccia. Forte e a lungo. Le mie emozioni aggrovigliate viaggiano come vele spinte dal vento. Voglio che mi faccia male, si, ma come solo lui sa fare. Voglio sentire il bruciore intenso della pelle, voglio sentire la mia carne tenera e indifesa accendersi sotto la sua mano. Voglio che il malumore e la rabbia escano dal mio cuore ed entrino nella sua mano forte. Voglio essere punita con forza, senza sconti.
Per questo, quando la sua mano torna ad accarezzare lieve e lenta la mia pelle e penso la punizione sia finita sono quasi contrariata. Non mi sento ancora pronta per riemergere dal sogno.
Lui mi solleva dalle sue ginocchia solo per farmi appoggiare si nuovo sulle sedia, con lo schienale contro il mio ventre e le mani appoggiate al sedile.
Poi, prende il mestolo.
Il mio cuore batte forte.
Batte al ritmo del piatto, largo cucchiaione di legno che arriva sulla mia pelle.
Il bruciore è molto forte, il gemito che mi sfugge è dolore e soddisfazione, la rabbia che guida la mano non è la tua, è la mia.
Non trattengo né le lacrime né le esclamazioni e il groviglio del mio cuore-stomaco-anima si dipana velocemente.
Mi sento così bene che tra le lacrime quasi mi viene da ridere. Io so che lui “sente” il mio cambiamento, non ho mai capito come, se è il mio corpo che gli parla, il mio respiro che cambia, così me ne dà ancora un po’ e poi smette.
Per un po’ quel che ci unisce è il ritmo quasi sincrono dei nostri respiri affannati: abbiamo corso insieme al galoppo in una terra selvaggia e chi sia il destriero, chi il cavaliere, non si sa. E non importa.
Brava, finalmente un altro racconto!!!! Carino
I tuoi racconti mi emozionano sempre tantissimo.
Nel lontano 2003, quasi 2004 (semicit.), su un forum ospitato da Forumfree, iniziò a formarsi e a svilupparsi il nucleo di una comunità di amanti del genere spanking. Tra alterne vicissitudini, quella comunità crebbe, si trasferì su questo sito e divenne in breve tempo il punto di riferimento in Italia.
Il forum arrivò ad avere decine di sezioni, alcune riservate alle spankee, con esperienze, dibattiti e racconti. Parallelamente vi era una chat IRC, nella quale faceva gli onori di casa (e a volte elargiva sculaccioni) l'indimenticato bot Orbilio.
Erano gli anni dei primi incontri dal vivo, a Milano e a Bologna, tra alcuni dei partecipanti più assidui.
Poi, come per ogni cosa bella, arrivò più o meno lentamente il declino e la fine. Le tecnologie cambiavano rapidamente, i forum lasciavano il posto ai social network, che portarono, col vento della novità, alla grande e inesorabile dispersione di persone, idee e passioni.
Il nostro forum, il nostro amato forum, ormai non più aggiornato (ma ancora molto visitato), cadde vittima di un grave problema tecnico che lo portò, per sempre, offline. Fortunatamente è sopravvissuto il backup del database, con tutti i contenuti intatti, ma la versione pesantemente personalizzata di phpBB non è recuperabile, a meno di sforzi immani. Ma se anche si potesse ripristinare, sarebbe talemnte obsoleto e pieno di problematiche di sicurezza che non potrebbe sopravvivere online più di qualche minuto.
Per ridare vita almeno al prezioso materiale raccolto in tanti anni è nato il museo, versione statica e ridotta del forum. Sono ovviamente rimaste escluse le sezioni private e di servizio del forum, non essendo per il momento possibile ripristinare un controllo degli accessi.
Luca